L’Udinese soccombe all’Olimpico con la Roma: come scottarsi in quel pentolone
In cucina possono scottarsi anche gli chef, figuriamoci una squadra giovane che finora una partita intera non l’aveva ancora steccata. Può capitare. Basta che non ricapiti troppo spesso

Vabbè alla fine la partita l’ha vinta Juric. Era chiaro alla vigilia, per uscire indenne dalla pentola a pressione dell’Olimpico e del pianeta Roma l’Udinese avrebbe dovuto giocare sui difetti dei giallorossi, sulle paure, sulla possibilità che una piazza innamorata del calcio, anche troppo, potesse trascinare ancora più giù una squadra (non eccelsa) terremotata dai mancati risultati, dalla cacciata di De Rossi e, domenica mattina, pure dalle dimissioni della ad Souloukou.
Per farlo avrebbe dovuto giocare libera di testa certo per la classifica, ma non molle, indecisa, impaurita, incapace di reggere il ritmo dei giallorossi. Insomma, per non scottarsi con quella pentola a pressione, la banda di Runjaic avrebbe dovuto fare l’esatto opposto di quanto fatto ieri, ad esempio, all’inizio di primo er secondo tempo, con le leggerezze di Bijol, non da Bijol, e le indecisioni di Kristensen.
L’Udinese ha deluso, ma in cucina con la pentola a pressione possono scottarsi anche gli chef, figurarsi una squadra giovane, che finora una partita intera non l’aveva mai steccata. Alla fine, dunque, ha vinto Juric, non certo campione di simpatia ma capace di far correre uno che sta dietro la scrivania da 20 anni anni figurarsi 20 calciatori strapagati. Può capitare. Basta che non ricapiti troppo spesso.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto