L’Udinese non va oltre il pari con il Sassuolo, i tifosi sbottano: «Ragazzi, meritiamo di più»
Un punto che serve a poco ai bianconeri di Cioffi: alla fine le due tifoserie unite dallo stesso coro di dissenso

REGGIO EMILIA. Fede e delusione. Quasi un titolo da romanzo per la trasferta di tifosi bianconeri. Gli avamposti già a un chilometro di distanza dal perimetro del Mapei Stadium, sull’asse di collegamento tra l’autostrada e Reggio Emilia, dove sono sistemati i primi parcheggi.
Furgoncino, sedie pieghevoli, tavolino e un pranzo al sacco come Dio comanda, tanto per non dimenticare che si tratta comunque del Lunedì dell’Angelo, anche se lontano dal Friuli, inteso come Piccola Patria.
Una Pasquetta da trascorrere con gli amici, i parenti, festeggiando, anche se bagnata, umida. E allora perché non andare al seguito dell’amica di tante domeniche, l’Udinese?

Devono aver pensato così gli 881 friulani che hanno acquistato il biglietto del settore ospiti per lo scontro diretto con il Sassuolo, ma erano tanti anche quelli piazzati in tribuna, arrivati da ogni parte d’Italia perché quella di ieri era un’autentica chiamata alle armi, dove le armi da sfoderare sono estremamente pacifiche: la voce e la bandiera.

L’Aquila araldica spunta da più parti, quelle zampe rosse sono quasi un invito alla corrida, perché questa è una gara da un perdere, a ogni costo. Alle 14.47 il primo coro: «Udine, Udine». Gli ultras sono in prima linea, poi arrivano via via tutti i componenti dei club affiliati all’Auc o al Guca che si sono organizzati con un pullman: Fagagna, Spilimbergo, Raggio di Luna, Savorgnano e Club Friuli.
La porta di Okoye si trova proprio ai piedi del settore ospiti nel primo tempo. La partita si stiracchia, dalle tribune nasce spontaneo un «Sassuolo, Sassuolo» che ricorda le vecchie “arie” del Chievo. Da parte friulana si continua a cantare, anche quando Defrel sfrutta lo spazio lasciato libero per l’uno a zero. Uno a uno dopo pochi minuti sull’asse Pereyra-Thauvin.
La ripresa è da cuore in gola. Il “tappo” della pazienza salta come quello di una bottiglia di bollicine, a un quarto d’ora dalla fine, quando dal settore bianconero si alza l’invito a esibire gli attributi. E anche i supporters di casa sono sulla stessa lunghezza d’onda, tanto che alla fine, dopo il pareggio, cantano: «Meritiamo di più». E vengono imitati dai colleghi friulani, mentre la squadra abbozza una “gita” verso il settore ospiti, dal quale poi si tiene a debita distanza, avvertendo la delusione dei tifosi. La strada per la salvezza resta in salita.
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