L'asse di ferro tra Udine e Londra: 19 arrivi dal 2014
L’ultimo è il difensore Kabasele. Le stelle? Deulofeu e Pereyra

È dal 2012 che per Udinese e Watford si tratta sempre di una “questione di famiglia”, al punto che non sembra più fare notizia l’ennesimo scambio orchestrato dalla multiproprietà. Oggi, invece, l’esordio in bianconero di Christian Kabasele contro l’Union Berlino farà notizia perché porterà a 19 la quota dei giocatori che la Zebretta ha impiegato dalla “consorella”, nell’ambito della sinergia cominciata quando Gino Pozzo acquisì il Watford, 11 anni fa.
IN PRINCIPIO
In realtà sarebbero 20, ma il giovane Panagiotis Armenakas, arrivato in bianconero insieme a Davide Faraoni e allo spagnolo Albert Riera nel 2014, non ha mai esordito in prima squadra. Insomma, nel corso degli anni l’asse Londra-Udine, e ritorno, è stato caldo, anzi torrido, se pensiamo che sono state 63 le operazioni complessive tra i due club, per un giro d’affari superiore a 90 milioni di euro.
In principio fu l’Udinese a rifornire di giocatori il Watford, e a riguardo basta ricordare gli 11 bianconeri arrivati a Londra nel 2012 e i 10 della stagione successiva.
Fu un esodo che indusse la Football League a limitare i trasferimenti a titolo temporaneo dall’estero, fissandoli in cinque prestiti, con un massimo di quattro provenienti da una singola squadra.
CONTROVALORE
L’emigrazione di giocatori a Londra fece storcere il naso a più di qualche tifoso dell’Udinese, ma a farlo ancor più irretire furono anche i primi innesti arrivati dal Watford. Come detto, lo spagnolo Riera fu un fallimento (zero presenze), e Armenakas non esordì mai, come Faraoni che al suo ritorno a Udine non lasciò traccia.
Molto deludenti furono anche Adalberto Peñaranda (solo 6 presenze e 0 gol per l'attaccante oggi al Sarajevo), il centrocampista Sven Kums e l’attaccante Mathias Ranegie, finito alle cronache più per l’attacco di shock anafilattico avuto dalle noccioline che per le prestazioni.
Insomma, è stato anche grazie a questi mancati ritorni che il tifoso dell’Udinese ha cominciato a fare sempre più attenzione a quando Gino Pozzo si passava un giocatore dalla tasca destra a quella sinistra.
CAMBIO ROTTA
Fortuna che ci pensò Valon Behrami a ricalibrare il tiro. Vero che per arrivare a Udine lo svizzero-kosovaro fece girare un assegno di due milioni, ma l’apporto dato alla causa bianconera fu decisamente più soddisfacente, seguito da Ken Sema e in parte da Stefano Okaka.
La vera qualità è arrivata solo in seguito, e precisamente dal 2020, col Tucu Pereyra tornato “a casa” via Watford, da dove sono arrivati anche Gerard Deulofeu e Isaac Success.
Certo, anche Nacho Pussetto va messo nel conto, con quegli 8.5 milioni entrati nella casse bianconere a gennaio 2020, e poi rientrato in prestito in Friuli, mentre sono stati 19 i milioni spesi per comprare dal Watford Hassane Kamara, uno dei nuovi volti.
Il collegamento con Domingos Quina e Kabasele è presto fatto, e porta dritti alla curiosità e alla speranza che i nuovi arrivi da Londra siano all’altezza.
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