L’arbitro Mesaglio: «Azioni più complesse e le regole cambiano»

Il fischietto friulano spiega le novità regolamentari e difende il ruolo sempre molto delicato della categoria»
Di Monica Tortul

Palle dentro e fuori, tocchi del muro, doppie. Ogni settimana, sugli spalti, siamo tutti pronti a dire la nostra e a puntare il dito sulle scelte arbitrali. Talvolta le decisioni dei direttori di gara non sono facili da comprendere e vanno calate in un contesto di spettacolarità di cui spesso ci dimentichiamo. Altre volte, invece, semplicemente ignoriamo le ultime novità regolamentari.

Guardando la partita di domenica scorsa tra Itas Città Fiera Martignacco e Le Ali Padova, valida per l’accesso in zona play off del girone B di B1 femminile, molti si saranno per esempio chiesti come mai il direttore di gara abbia fischiato tante doppie, lasciandone correre altre che sembravano invece più eclatanti. Ne abbiamo parlato con il friulano Maurizio Mesaglio, arbitro da 38 anni, di cui 12 a livello nazionale. Mesaglio non ha visto la partita e non è perciò entrato nel merito delle decisioni prese dal collega, ma ci ha fornito un punto di vista molto interessante sul ruolo dell’arbitro al giorno d’oggi. «L’arbitro è un regista con regolamento – spiega –. Ha la necessità di calare le sue conoscenze regolamentari in un contesto di spettacolarità. La pallavolo, negli anni, è cambiata. Quando ho iniziato ad arbitrare fischiavamo la palla a ogni minimo rumore, oggi è diverso. Le azioni sono spesso molto lunghe e le situazioni più complesse da valutare. È necessaria molta concentrazione, più di quanto non fosse richiesta quando io ero agli esordi, e anche una notevole maturità personale per gestire le situazioni più complicate. Un errore arbitrale vale doppio: assegna un punto a una squadra, togliendolo, potenzialmente, all’altra».

Le situazioni che oggi generano il maggior numero di contestazioni sono quelle relative al tocco di palla, che è regolamentato da precise regole che ne stabiliscono le caratteristiche, ma che resta una situazione comunque assolutamente soggettiva. «Da due stagioni – spiega Mesaglio – sul primo tocco di difesa non può più esserci palla trattenuta o accompagnata. Può essere tollerata solo se doppia, purchè rimanga nel proprio campo. Se va dall’altra parte della rete diventa un tocco d’attacco e deve essere pulito. Questa è la regola che tuttora genera più proteste in campo e fuori. Merita un chiarimento, infine, la palla che scompare dalla vista dei due arbitri. Se nessuno dei due vede la palla, si continua a giocare, a meno che non sia comunque evidente che la palla abbia toccato. In quel caso si indica palla fuori e si assegna il punto all’avversario».

Maurizio Mesaglio, 57 anni, è arbitro di pallavolo da quasi 40. Vive a Cavazzo Carnico da 12 anni ed è diventato anche arbitro di calcio della Lega calcio collinare. Attualmente arbitra, oltre che le gare regionali di volley, anche le partite di calcio a 5. «Dell’esordio – dice – mi piacerebbe venissero ricordati Giovanni Finesso, che mi accompagnò nelle prime partite, Luigi Paulini e Daniele D’Affara, Per noi tutti il volume Metodologia e Tecnica Arbitrale di Carlo Facchettin è stato imprescindibile».

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