L’accusa di Thereau: troppo egoismo così non si va lontano

Il francese fa venire a galla un altro problema del gruppo «Sono qui da tre anni e certi errori continuano a ripetersi»
Di Massimo Meroi
Cagliari 27 Ottobre 2016. Calcio Serie A. Cagliari - Udinese. © Foto Petrussi
Cagliari 27 Ottobre 2016. Calcio Serie A. Cagliari - Udinese. © Foto Petrussi

CAGLIARI. Succede due volte. La prima quando in campo c’è ancora Matos. Il brasiliano parte sulla fascia e Thereau si allarga per ricevere palla: è solo il francese, il compagno lo ignora, converge al centro e si guadagna un calcio di punizione. La seconda azione vede protagonista Fofana che non sfrutta una sovrapposizione di Cyril il quale si gira sconsolato verso la panchina. Quello che non ha detto con gesti plateali in campo Cyril Thereau lo dice nell’immediato dopo-partita ai microfoni di Udinese-tv. «Troppo egoismo – le sue prime parole –, se in campo non si gioca di squadra le partite si perdono». Sincero e onesto.

Fa venire a galla un problema Cyril e non è il solo. Quei gol presi a ripetizione con la linea difensiva che sta a guardare sono un altro segnale grave sul quale nel post-partita di Cagliari mettono l’accento sia Delneri che il direttore generale Collavino. Thereau, invece, insiste sull’altro aspetto. «Abbia anche giocato, ci abbiamo provato fino alla fine rischiando poco, ma se non c’è maggiore collaborazione in campo tutto diventa più complicato».

Se a Danilo parte la brocca durante un allenamento e se Thereau ha il coraggio di fare pubblicamente certe dichiarazioni significa che in spogliatoio va messo un po’ d’ordine. E siccome un certo andazzo a Udine va avanti da tre anni qualcuno dovrà intervenire e senza fare nè figli nè figliastri. «Sono all’Udinese da tre stagioni – sottolinea Danilo – e quando sembra che le cose si mettono per il meglio poi non riusciamo a proseguire sulla strada intrapresa. Bisogna mettere qualcosa di più in campo».

Non tanto l’impegno quanto l’attenzione e la carica agonistica. L’Udinese in mezzo al campo non mette il piede come dovrebbe e a quel punto è conseguenziale che anche la difesa vada in difficoltà. «Nella prima mezz’ora abbiamo tenuto il pallino, ma non è che il gol dovevamo per forza di cose farlo all’inizio – continua la sua analisi Thereau –. Le partite si vincono e si perdono per degli episodi, ma bisogna essere bravi a portarli dalla propria parte».

Considerati i due pali colpiti nel finale dallo stesso Thereau e Peñaranda il pareggio non sarebbe stato un risultato bugiardo, ma Cyril non vuole cercare alibi. «Il problema è un altro e si chiama egoismo», ribadisce. Sarà una settimana calda quella che porterà all’appuntamento di lunedì prossimo al Friuli con il Bologna. Lo hanno fatto capire tutte le componenti: società, allenatore e giocatori.

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