La stagione delle occasioni perse

Dal rigore nel recupero col Cesena agli errori dell’Olimpico: quanti rimpianti per Stramaccioni e i bianconeri
Roma's José Holebas (L) and Udinese's Allan (R) in action during the Italian Serie A soccer match AS Roma vs Udinese Calcio at Olimpico stadium in Rome, Italy, 17 may 2015. .ANSA/ALESSANDRO DI MEO.
Roma's José Holebas (L) and Udinese's Allan (R) in action during the Italian Serie A soccer match AS Roma vs Udinese Calcio at Olimpico stadium in Rome, Italy, 17 may 2015. .ANSA/ALESSANDRO DI MEO.

UDINE. É capitato spesso nel corso di questo campionato sentire Andrea Stramaccioni dire queste parole: «Quando siamo chiamati a fare il salto di qualità, falliamo». Evidentemente non è stato un caso. Il riferimento va soprattutto alla prima parte della stagione.

L’Udinese chiuse il girone d’andata con 24 punti, ma avrebbero potuto essere tranquillamente 30. Aggiungetene altrettanti e scoprirete che in quel caso i bianconeri sarebbero stati in corsa per un posto nelle Coppe.

«Guardate che la differenza tra un posto in Europa League e una salvezza tranquilla la fanno tre-quattro partite vinte in più», disse un paio di stagioni fa Maurizio Domizzi. Aveva ragione.

L’emblema. L’Udinese a inizio stagione ha vinto qualche partita con un pizzico di fortuna: il pensiero immediato va a quelle con Lazio e Napoli con gli avversari o spreconi o fermati da un super Karnezis. Però sono state molte di più le occasioni perse dai bianconeri.

Non l’abbiamo citata nelle schedine in alto, ma avremmo potuto tranquillamente ricordare anche la partita con il Genoa: in vantaggio dopo nemmeno un giro di lancette, i bianconeri si fecero mettere sotto da un Genoa sì in gran forma ma che sfruttò degli errori difensivi da circoletto rosso di Bruno Fernandes (retropassaggio di petto in area) ed Heurtaux (c’era solo Matri in area da marcare e lui gli regalò 4 metri).

Rigori fatali. Bruciano ancora i punti lasciati per strada al Friuli contro Cesena e Cagliari, due squadre che alla fine sono retrocesse. Alla sesta giornata l’Udinese si vide scivolare di mano due punti per il rigore che l’arbitro Mariani assegnò per un presunto contatto tra Widmer e Rodriguez.

I bianconeri, che avevano cominciato quella gara al terzo posto in classifica, terminarono la giornata un gradino sotto. Tre mesi dopo, all’ultima giornata d’andata, identico epilogo con il Cagliari: stessa area di rigore e penalty assegnato agli ospiti per un mani di Heurtaux. 2-2 e vittoria sfumata in extremis.

Rimonte veronesi. Chievo ed Hellas sono andate in svantaggio al Friuli per mano di Di Natale, ma poi sono riuscite a risalire la china.

La squadra di Maran fino al pareggio con quello che finora è l’unico gol in serie A di Radovanovic, oggetto del desiderio dell’Udinese per la prossima stagione, il Verona addirittura vincendo con un uno-due piazzato tra l’ultimo minuto del primo tempo e il primo della ripresa.

E così, dopo essere stata corsara sul campo dell’Inter, l’Udinese si fermò al Friuli.

Emilia Romagna amara. Nel calendario erano una di seguito all’altra le trasferta di Parma e Cesena. L’Udinese ha prima giocato al Manuzzi a inizio marzo e poi al Tardini ad aprile.

Partite quasi in fotocopia contro la penultima e l’ultima della classe e concluse con una sconfitta di misura. Sono state le peggiori prestazioni dell’Udinese e hanno fatto parecchio discutere.

Regali. Di tutt’altro spessore è stata la prestazione contro la Roma ma gli errori individuali nelle due aree hanno pesato come macigni sul risultato.

Allan prima ha sbagliato l’assist per Thereau, poi, solo davanti a De Sanctis non ha calciato in porta. Widmer con il liscio davanti a Karnezis ha completato l’opera. Sì, è stata proprio la stagione delle occasioni perse.

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