La sentenza dello Stelvio: maglia rosa a Kelderman, il mediano

LAGHI DI CANCANO. Una vita da mediano, a recuperar palloni, nato senza i piedi buoni, lavorare sui polmoni», cantava vent’anni fa Luciano Ligabue in una canzone dedicata a “Lele” Oriali. Che però si trovò quella notte di 38 anni fa tra i giganti del Bernabeu.
Ecco “il mediano” del Giro d’Italia si chiama Wilco Kelderman. Ha 29 anni, è olandese, corre per la Sunweb, è professionista dal 2012 e in questi otto anni non ha mai vinto una corsa in linea. Solo due crono, nel 2015 il campionato nazionale, nel 2014 una corsetta in Polonia. Per il resto solo piazzamenti, al massimo un quarto posto alla Vuelta 2019 e un settimo al Giro 2014. Eppure è lui la nuova maglia rosa. A tre giorni dalla fine rischia seriamente di vincere il Giro, probabilmente senza una tappa in bacheca. Un’impresa, un acuto, nulla. Una perfetta corsa da mediano. Che potrebbe ritrovarsi al Bernabeu domenica a Milano.
È vero, non avrà avuto un parterre de roy al via questa corsa rosa minacciata dal virus e fuori stagione, ma proporrà un finale trilling.

Alla fine del tappone dello Stelvio l’olandese sente il fiato sul collo di due corridori, Jay Hindley, il 24enne compagno di squadra, che ha corso da stopper alla Claudio Gentile, per restare al tema iniziale, sin dallo Stelvio e poi ha vinto la tappa ai Laghi di Cancano ora a 12”; e a 15” il 25enne del Team Ineos dal cognome impronunciabile Teo Geoghegan Hart, per noi Teo. Sull’interminabile Stelvio, la salita più attesa, l’azione decisiva. I Sunweb accelerano e fanno saltare subito la maglia rosa Joao Almeida (Deceuninck), chapeau tornerà un giorno per vincere vedrete, e Vincenzo Nibali (Trek), cui ancora una volta in questo Giro la carta d’identità ha presentato il conto. Arriveranno a quasi 5 minuti.
Teo si porta dietro tre corridori: il compagno di squadra Rohan Dennis, Hindley e Kelderman. E quando fuori dal bosco a quota duemila alla vista di chi pedalava è apparso, sette chilometri più su come un miraggio il passo, il trenino ha perso il vagoncino Kelderman, il mediano. Maglia rosa virtuale, ma costretto a inseguire. Sulla Cima Coppi aveva ancora due dei quasi tre minuti di vantaggio della partenza da Hindley e Teo, separati a loro volta solo da un secondo in classifica. Detto delle difficoltà dei Sunweb nell’allacciarsi in corsa la mantellina, indispensabile per evitare il congelamento nella lunga discesa, tutto si è deciso sulla salita finale. Teo e lo stopper Hindley a ruota a dare l’assalto alla maglia, dopo aver salutato l’ottimo Dennis.

Dietro, prima di Kelderman, lo spagnolo Pello Bilbao (Bahrain) ora quarto in classifica. Al traguardo Hindley da stopper si è trasformato in vincitore. Con forse un rammarico: avesse potuto sarebbe stato lui la maglia rosa. Lui però non ci sta. «No, è una doppia vittoria. Per me e per la squadra: abbiamo fatto una tattica perfetta. Sono qui per aiutare Wilco, lo farò fino alla fine. E poi a crono è più forte lui».
Stopper, però, che da domani al Sestriere, dopo l’annunciata volata di oggi ad Asti, dopo 253 km sotto la pioggia, forse potrà giocarsi le proprie carte. Perché, se si fa da parte a parole, sembra il più forte dei tre, ora divisi da 15”. Se Teo staccherà Kelderman e proverà a vincere il Giro, lui che farà?
E la nuova maglia rosa? Perché Hindley non l’ha aspettato quando sulle Stelvio ha perso contatto dal duo Ineos? «Sì, sarebbe stato meglio mi avesse aspettato, ma ha vinto e ora la squadra può vincere il Giro con due corridori», ha detto. Riflessione: alla Sunweb saranno più contenti se vincesse Kelderman, che nel 2021 se ne andrà alla Bora Hangrohe, o il confermato Hindely? Previsione: l’uomo di Perth, terra di velisti e surfisti, in salita dei tre è il più forte. Se per ordini di scuderia non dovrà fare lo stopper, vincerà il Giro.—
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