La cattiveria agonistica? «È questione di voglia e grinta, come la difesa» Parola di Sandro De Pol

l’intervista
Alessandro De Pol la parola alla difesa. Non è un mistero che l’ex giocatore Azzurro in carriera sia stato un difensore di quelli tosti, capaci di ringhiare sull’avversario diretto dalla palla a due fino all’ultima sirena.
Con lui, classe 1972 con due scudetti all’attivo con Milano e Varese, abbiamo parlato di cattiveria agonistica, di Boniciolli, di Ramagli e dei giovani dell’Apu Old Wild West. Perché De Pol, oltre a essere stato un signor giocatore, è stato anche allenatore, prima a Verona, poi a Trieste. Attualmente è un apprezzato opinionista Rai in occasione delle partite di basket trasmesse dall’emittente nazionale.
De Pol, all’Apu contro Verona è mancata un po’ di sana cattiveria agonistica. Lei che è stato un gran difensore, cosa ci può dire?
«Premetto che non ho visto la partita in questione. Quanto alla difesa, dico che è qualcosa che si può allenare e migliorare. Però ci sono giocatori che hanno determinate caratteristiche, più votate alla fase offensiva o difensiva. Francamente capisco poco chi si fa battere facilmente in difesa: è questione di voglia, di grinta».
Lei conosce bene coach Boniciolli. Ci racconta qualcosa di lui?
«Io e Matteo ci sentiamo spesso, l’ultima volta un mese fa. È un allenatore che a mio avviso avrebbe meritato di allenare in un top team, anche di Eurolega. Ha il guizzo per far vincere le partite, leggo il suo curriculum e vedo che è uno che ha vinto molto».
Dell’Apu Old Wild West di Boniciolli cosa pensa?
«So che ci sono diversi giovani nel roster e che lui, a differenza di tanti suoi colleghi, li fa giocare. Lo ha sempre fatto: penso a Candi, a Campogrande. Ora a Udine lo fa con Deangeli e Mobio. Matteo e il suo staff credono nel lavoro sui fondamentali, la base di tutto».
Lei è stato vice di Ramagli a Verona, dov’è appena tornato dopo una stagione all’Apu.
«Con lui ho un ottimo rapporto. L’anno scorso sono venuto a Udine a trovarlo, siamo stati a cena insieme al preparatore atletico Giacomo Braida. È una persona strepitosa, conosce bene la pallacanestro. Ed è un coach esperto, che si è costruito una carriera con costanza e passione».
A Verona lei ha allenato Marco Giuri, che a Udine ha appena superato una fase poco felice.
«Giuri è un ottimo ragazzo, un fighter. Come tutti, ha bisogno di fiducia dell’ambiente. Ha buona tecnica ed esperienza. Quando mi chiamò Dell’Agnello per chiedermi chi poteva portare a Brindisi, gli dissi proprio Giuri. Quando arriveranno le partite che contano, sarà insostituibile».
Da triestino cosa ci dice dei vari Deangeli, Schina e Mussini?
«Auguro loro di sfruttare la chance che gli è stata data. Mi meraviglio del fatto che solo ora Deangeli giochi tanti minuti in serie A2. Comunque all’Apu ci sono ragazzi validi che meritano una possibilità, e Boniciolli non ha paura di concedergliela». —
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