«Jerusalem West?» E così Israele punta i piedi
Spunta la scritta accanto al nome della città. «O la togliete o non partirete da qui» Rcs replica: «Nessuna motivazione politica, solo un disguido». E il caso è rientrato

Di certo la colazione è andata di traverso agli organizzatori del Giro d’Italia ieri mattina. Non avevano fatto neanche in tempo a gustarsi la presentazione della corsa rosa, con tanto di annuncio della partecipazione del numero uno al mondo nelle corse a tappe, Chris Froome, che da Israele, da dove il 4 maggio partirà il Giro 101, hanno tuonato: «Siamo pronti a non ospitare la partenza del Giro se Rcs non toglierà la dicitura “West” accanto a quella di Gerusalemme per presentare la crono d’avvio. E la minaccia arrivava non da un gruppo anti-palestinese, ma da mezzo governo. I ministri di sport e cultura e turismo, Miri Regev e Yariv Levin sono stati chiari. «Gerusalemme - precisano - è la capitale di Israele: non vi sono Est e Ovest». Perché per loro la Gerusalemme orientale, la capitale proclamata dello Stato di Palestina e unilateralmente annessa da Israele nel 1967, semplicemente non esiste. Gerusalemme è una sola. Secondo il quotidiano filo-governativo Israel ha-Yom, che ieri mattina ha “sparato” la notizia facendo apunto andare di traverso la colazione allo staff d Rcs, della questione si è interessato anche il ministero per le questioni strategiche. «Infiltrazioni di elementi filo-palestinesi», hanno detto. Ma perché è spuntata la scritta West sulla mappa della crono, quando a metà settembre in Israele, all’anteprima delle prime tre tappe, Gerusalemme era solo e soltanto Gerusalemme? Si sa, la scelta di partite dallo stato ebraico fa discutere da mesi. Gli israeliani pare abbiano investito per l’operazione-Giro, oltre 15 milioni di euro e la stampa olandese nei giorni scorsi ha pure scritto d’una “mancia” supplementare di due milioni al Team Sky per convincere Froome. Oltre 12 associazioni ancora avevano presentato una petizione per evitare la partenza «da uno Stato che non rispetta i diritti umani dei Palestinesi» e mercoledì, fuori dagli studi Rai di Milano dove è stato presentato il Giro, c’era stata pure una manifestazione di protesta. E il caffè di Rcs? Tempo di farselo andare di traverso e dai vertici del Giro ecco il comunicato: «Rcs Sport tiene a precisare che la partenza del Giro avverrà da Gerusalemme. Nel presentare il percorso è stato utilizzato materiale tecnico con la dicitura Gerusalemme Ovest, imputabile al fatto che la corsa si svilupperà logisticamente in quell’area della città. Tale dicitura, priva di alcuna valenza politica, è stata comunque subito rimossa da ogni materiale legato al Giro». Polemica finita? Per ora sì, perché dopo pochi minuti da Israele è arrivato il disco verde: «Il Giro partirà da qui». Ma al 4 maggio mancano ancora cinque mesi. Troppi perché non succeda qualcos’altro succederà.
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