Sinner a lezione di spagnolo: l’azzurro si arrende ad Alcaraz nella finale dello Us Open
Il 22enne di Murcia vince in quattro set l’ultimo Slam del 2025 e torna numero 1 al mondo scavalcando proprio l’altoatesino

È di Carlos Alcaraz l’ultimo titolo Slam del 2025. Lo spagnolo batte Jannik Sinner e oltre al titolo di New York si prende anche la posizione di numero 1 al mondo sulla quale l’azzurro è stato per 66 settimane (dal 10 giugno del 2024 a ieri sera). Giusto il verdetto per quello che si è visto in campo. Lo spagnolo, al sesto Slam in carriera, è stato superiore sia da un punto di vista tecnico che mentale. Stavolta bisogna aggiungerci anche l’aspetto tattico perché alcune novità nel suo gioco (il rovescio lungo linea in modo particolare) hanno creato molti problemi all’azzurro. Sinner ha avuto poco anche dal servizio (ha chiuso con il 48%).

La finale comincia con trequarti d’ora di ritardo per completare l’ingresso sugli spalti del pubblico. Complice la presenza all’Arthur Ashe del presidente americano Trump i controlli sono raddoppiati e il flusso molto lento. Carrellata di vip sugli spalti. Nel box di Sinner c’è la sciatrice Lindsey Vonn, sulle tribune la stella dell’Nba Stephen Curry e poi Bruce Springsteen, Sting e l’attore Ben Stiller. Hanno voluto esserci tutti per questo match che è una sorta di evento: in palio non c’è solo un titolo Slam ma anche il posto di numero 1 al mondo.
Il sorteggio lo vince Alcaraz che sceglie di rispondere e fa bene. Sinner va avanti 30-0, ma poi concede due palle break e alla seconda lo spagnolo mette subito il naso avanti come aveva fatto nella semifinale con Djokovic. Sette minuti la durata del primo gioco. Sul 4-2 arriva il doppio break per lo spagnolo che a chiudere avendo il completo controllo delle operazioni come confermano i soli tre punti lasciati all’italiano sul suo servizio. Sinner avrebbe bisogno di qualcosa in più dal servizio e anche di una maggiore profondità per mettere qualche granello di sabbia negli ingranaggi di gioco dell’avversario.
L’inizio del secondo parziale sembra la fotocopia del primo. Da 30-0 a 30-40 sul servizio di Sinner e palla break che potrebbe compromettere il set. Jannik l’annulla e poi sul 2-1 strappa il servizio ad Alcaraz che sulla sua battuta era reduce da un parziale di 13 punti a 0. L’azzurro pur avendo ancora non abbastanza dalla prima di servizio riesce a tenere il naso davanti e chiudere 6-3. Si tratta del primo set che Carlitos perde dall’inizio del torneo.
Facile attendersi la reazione dello spagnolo che arriva puntuale anche se a favorirla sono un paio di errori di Sinner che sulla palla break offerta all’avversario commette un grave errore con il dritto. Jannik nel game successivo va avanti 0-30, ma poi si fa rimontare a va sotto 3-0. Il back di rovescio a trequarti campo dello spagnolo fa malissimo, quello lungo linea, nel quale è miglioratissimo, ancora di più e provoca troppi errori dell’azzurro che va sotto di due break: set compromesso, anzi andato. Jannk evita il cappotto (mai accaduto con loro due in campo) prendendosi il sesto game che gli serve solo per cominciare il quarto set battendo. I numeri come sempre spiegano la differenza: la percentuale delle prime è simile (54% contro il 55%) ma i punti vinti sono l’88% dallo spagnolo e il 63% per l’azzurro.
La musica non cambia: Jannik ha l’abbonamento alle palle break concesse. Ne salva una con un miracolo, ma si piega nel quinto gioco: sul 30-15 due errori di dritto e un doppio fallo lanciano Alcaraz verso la vittoria.
Finisce 6-2, 3-6, 6-1, 6-4. Jannik ha vinto a Melbourne e Wimbledon, Carlos a Parigi e New York: 2-2 e palla al centro.
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