Jankto prima del coming out era depresso

Barak svela i retroscena del periodo vissuto all’Udinese col connazionale: «Un giorno si svegliava contento e un altro impazziva, non era felice»

Pietro Oleotto

«Doveva prendere gli antidepressivi per superare questa situazione: non era contento della sua vita». Sono parole pronunciate da Antonin Barak e riferite al connazionale Jakub Jankto quando erano compagni di squadra all’Udinese, trampolino di lancio anche per la nazionale della Repubblica ceca che conquistarono proprio giocando per l’Udinese. Sono passati cinque anni ormai: nel 2018 il mancino di Praga, adesso 27enne, lasciò il Friuli per vestire la maglia della Sampdoria, salutata tre stagioni dopo per il Getafe, mentre ora è in patria in prestito allo Sparta. Il centrocampista di Pribran, classe ’94, se ne andò invece nel 2020 per raggiungere il Verona, tappa intermedia verso la Fiorentina.

Ma gli amici non si dimenticano e attraverso una lunga intervista rilasciata a Tuttomercatoweb Barak ha voluto esternare i propri pensieri dopo il coming out di Jakto che lo scorso 14 febbraio – non un giorno a caso – ha voluto confessare attraverso i social la propria omosessualità.

«Sono gay e non voglio più nascondermi», la dichiarazione che si può estrapolare da un video postato su Instagram: «Voglio anche vivere la mia vita in libertà. Senza paure. Senza pregiudizio. Senza violenza. Ma con amore».

Dichiarazioni che hanno fatto il giro del mondo, anche perché rare nel calcio. Dichiarazioni che hanno incassato l’applauso di tifosi, colleghi e amici. Come Barak.

«La sua storia la conosco da mesi – ha spiegato il giocatore della Fiorentina –. Siamo stati insieme a Udine ed eravamo gli unici due cechi in squadra. Abbiamo legato molto. Lui si è aperto con me, mi spiegava le cose, quanto soffriva e tutti i suoi problemi. Poi vedevo anche in Nazionale che un giorno si svegliava contento e un altro impazziva, anche perché doveva prendere gli antidepressivi per superare questa situazione. Non era felice della sua vita».

Barak era al corrente anche della “svolta”. «Si è aperto e sapeva che questo poteva essere l’unico passo per mettersi tutto alle spalle e cominciare da zero. Sono cose che fanno parte della vita, ognuno ha il diritto di vivere come vuole. L’importante è che sia contento e che trovi la serenità».

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