Jankto a “Le Iene” per parlare in tv dopo il suo coming out: «La gente mi ha applaudito»

Il coming out, le reazioni nel mondo del calcio, la sua famiglia e la carriera di un giocatore che vuole ancora essere protagonista ad alto livello. Il 27enne Jakub Jankto, diventato professionista in Italia partendo nove anni fa dalla Primavera dell’Udinese e salito alla ribalta la scorsa settimana per la “confessione” diffusa via Instagram («Non voglio più nascondermi, sono gay»), ha scelto la prima serata di Italia1 e il programma tv “Le Iene” per parlare dell’impatto con il campo dopo le sue esternazioni social, visto che la domenica il ceco l’ha trascorsa per venti minuti da protagonista all’Epet Arena, con la maglia dello Sparta Praga che ha sconfitto per 3-0 il modesto Jablonec.
Lì, nella capitale del suo paese, dove gioca in prestito da Getafe (la squadra spagnola che l’ha comprato dalla Samp, a sua volta acquirente dall’Udinese nel 2018), è stato raggiunto dalla “iena” Nic Bello. «La decisione, dopo 27 anni, è stata abbastanza importante e sono felicissimo», ha esordito l’ex bianconero: «Per alcuni è stata una rivoluzione, per me una cosa normale.
La reazione della gente? Mi hanno applaudito nella prima partita dopo il coming out, quindi le sensazioni sono top. L’ho postato già su Instagram: dopo tanto tempo ho giocato con il sorriso. Puoi vincere, fare tripletta, puoi fare gol, però con il sorriso».
Da lì un’analisi sul mondo del calcio e l’omosessualità. Sul timore, per esempio, di finire al centro dei cori di uno stadio: «Soprattutto quando giochi fuori casa ti vengono a dire certe parolacce... Gli ultras sono così». E sulla possibilità che adesso sull’onda ci siano altri coming out: «Tanta gente ha paura di mettere fuori quella cosa. A questi spero di essere stato d’aiuto».
Una frase che viene completata dalla domanda della “iena” di turno. Siamo stati nei centri di allenamento delle principali squadre, molti giocatori non si sono fermati: pensa che il mondo del calcio sia omofobo? «Un po’ sì, se sono io il primo calciatore (che ha giocato in Italia, ndr) a fare coming out è così».
Poi la famiglia: «Con mia madre è stato difficile, ma adesso mi sento davvero libero, è straordinario. Ora voglio proteggere anche mia moglie e mio figlio. Ha 3 anni e mezzo: spero che quando ne avrà 7-8 ci sarà più libertà». Infine le aspirazioni da calciatore: «Ho già fatto una grande carriera e continuerò a farla, non voglio considerare che queste cose possano incidere. Mi auguro piuttosto che tutto questo diventi una cosa normale, un messaggio positivo».
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