Udinese, segnali incoraggianti nel 2-1 allo Strasburgo: la crescita passa dalla concretezza
Buona intensità e aggressività dei bianconeri, ma resta il nodo della finalizzazione. Il debutto col 4-4-2 di Malecki dà indicazioni positive, con Pafundi e Bayo protagonisti

Segnali di crescita. Dopo il 3-0 alla modesta nazionale del Qatar, l’Udinese si ripete superando 2-1 lo Strasburgo, formazione francese che ha concluso al settimo posto l’ultimo campionato qualificandosi per la prossima Conference League. Al di là del risultato che in estate conta poco e niente, a convincere è stato l’atteggiamento dei bianconeri che per un’oretta hanno tenuto il pallino in mano concedendo poco e niente agli avversari e creando più volte i presupposti per andare a bersaglio. Il difetto, ancora una volta, è stato quello di non concretizzare tutte le occasioni create. Nella prima mezz’ora ne abbiamo contate cinque, poi come sempre la regola non scritta del calcio che chi sbaglia paga ha colpito.
A inizio ripresa l’Udinese ha ribaltato la gara con un secco uno-due nell’arco di quattro minuti sfruttando un paio di dormite della difesa francese, non si è vista fischiare un calcio di rigore per un evidente fallo in area su Brenner e ha sfiorato il tris a 5’ dal 90’ con Zemura mentre dall’altra parte Padelli, che nel secondo tempo ha sostituito Sava, ha fatto praticamente lo spettatore non pagante.
L’Udinese, che ha dovuto rinunciare a Davis colpito da un attacco gastro intestinale, è stata schierata da Malecki con il 4-4-2. Il vice ha sostituito Runjaic, assente perché impegnato nel ruolo di relatore a un incontro degli allenatori in Germania. L’esperimento non si può dire che sia andato male, anzi. Con l’assetto che aveva dato buoni risultati all’inizio del girone di ritorno dello scorso campionato, l’Udinese è sembrata quasi ritrovarsi d’incanto, merito dei due esterni di centrocampo, in modo particolare Pafundi che agendo a destra e potendo convergere sul suo piede buono ha dato dei buoni segnali.
Contro un avversario tecnicamente superiore al Qatar l’Udinese ha sapute essere particolarmente aggressiva. La presenza di Bayo, non granché con i piedi e poco freddo sottoporta, in questo senso è stata molto utile. L’ex Watford non si risparmia, corre dietro a tutti i portatori di palla e questo aiuta i centrocampisti a salire nella pressione. Le occasioni create dai friulani sono quasi tutte arrivate da palloni recuperati al limite dell’area francese, peccato per la mira difettosa di Ekkelenkamp, Zarraga, e Bayo che per due volte ha concluso male e sulla terza è arrivato in ritardo sull’assist di Pafundi.
La palla gol più comoda è stata quella di Zarraga che ha sparato su Bajic in uscita (31’). Sul capovolgimento di fronte Sava ha avuto un buon riflesso sulla girata di Panichelli, non altrettanto si può dire sul colpo di testa dell’attaccante dello Strasburgo che si è liberato con troppa facilità di Ekkelenkamp (40’).
Il bugiardo risultato dei primi 45’, è stato ribaltato a inizio ripresa. Un eccesso di sicurezza ha tradito la difesa dello Strasburgo che ha regalato a Bayo il comodo pallone dell’1-1 da convergere nella porta semi sguarnita (46’), altri tre giri di lancette e sul cross di Lovric, Atta è sbucato sul secondo palo anticipando il diretto avversario. Per il francese, come anche per Bayo, è il secondo centro in questo precampionato. Quello della crescita in fase di finalizzazione sarà uno dei punti fondamentali nella maturazione del centrocampista francese. Mezzala nel centrocampo a tre o esterno in quello a quattro, poco cambia per lui. La fisicità e la tecnica ci sono, serve più cattiveria al tiro. Chieda qualche consiglio a Gokhan Inler, uno che quando c’era da tirare in porta aveva la bava alla bocca.
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