Italia-Israele a Udine, Gattuso alla vigilia: «Spero che la pace duri in eterno»

Il commissario tecnico è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match in programma allo stadio Friuli. Sulla svolta in Medio Oriente: «Felice di aver visto i genitori riabbracciare i propri figli»

Pietro Oleotto
Il commissario tecnico Gennaro Gattuso
Il commissario tecnico Gennaro Gattuso

Dire che Italia-Israele racchiude Yin e Yang potrebbe essere sembrare irriverente nei confronti della filosofia cinese. Eppure lunedì Rino Gattuso è sembrato davvero il pensatore che non ti aspetti non solo quando ha commentato le immagini rimbalzate dal Medio Oriente: «Sono felicissimo che la guerra sia finita. Sono felice di aver visto la gioia dei genitori dopo aver abbracciato di nuovo i propri figli. Sono felice di vedere la gente che torna a casa, anche se quella casa non c’è più e non potranno rimetterci dentro i mobili che si sono portati dietro. Sono un uomo di pace, spero che duri in eterno».

Yin e Yang: israeliani e palestinesi alla ricerca dell’armonia. Chissà. Ma Gattuso è stato bravo anche nel districare filosoficamente tutti i nodi di una partita come quella che si giocherà martedì allo Stadio Friuli - Bluenergy Stadium di Udine, sempre più a proprio agio nei panni di ribalta internazionale, visto che due mesi fa ha ospitato la finale di Supercoppa europea e che, seppur sotto traccia, resta sempre un’ipotesi nel caso di ribaltone sulle sedi degli Europei del 2032 da condividere con la Turchia.

Meglio riportare l’orizzonte ai prossimi Mondiali, quelli del 2026, per i quali la nostra Nazionale non ha ancora il pass timbrato e che presumibilmente – visto il vantaggio della prima del Girone I, la Norvegia, in termini di punti e differenza reti – dovrà transitare attraverso gli spareggi del prossimo marzo riservati alle seconde classificate. «Al play-off ci dobbiamo ancora arrivare», ha chiarito subito il ct per poi aggiungere un tocco di colore: «Quando abbiamo accennato l’argomento, il presidente Gravina, che è scaramantico, ci ha mandato subito a quel paese».

Yin e Yang. Da una parte il secondo posto da blindare battendo Israele, dall’altra gli spareggi. Sul futuro lontano Gattuso ha sparso qualche indizio. Sull’atteggiamento della “truppa”, per esempio, estremamente allineata al suo pensiero, come ha fatto capire Gianluca Mancini, per l’occasione al suo fianco durante il rito della conferenza stampa prepartita: «Il play-off? Finché la matematica non ci condanna non possiamo dirlo. Le partite vanno giocate, te la devi sudare». E poi: «Quella dell’andata è stata una partita folle: eravamo avanti per 4-2 all’82’ e ci siamo fatti rimontare da polli». La correzione arriva al volo: «Era l’86’», evidenzia “Ringhio”, mentre l’uditorio si fa scappare una risata.

La sua Nazionale è tutt’altro che perfetta. È in evoluzione. «Usare la grinta? Con quella non sistema nulla. Nella gara d’andata abbiamo fatto degli errori di concetto. Sono stati lasciati agli avversari troppi canali aperti, andavamo a pressare troppo scoperti. Non so se sarà la stessa partita, mi aspetto che Israele possa giocare in modo più offensivo e so che dalla metà campo in su ci può mettere in difficoltà: l’altra volta abbiamo sbagliato a farci puntare negli ultimi venti metri».

Anche la difesa “a 4” e quella “a 3”, le due varianti tattiche nelle corde degli azzurri possono essere una sorta di Yin e Yang calcistico. «Faremo qualcosa di diverso – ha confessato Gattuso –. Anche se sapete benissimo che non mi piace giocare con i tre dietro». Mancherà lo squalificato Bastoni, ma è questo il canovaccio che l’Italia dovrebbe proporre martedì a Udine. Il modulo dovrebbe essere un 3-5-2 con Retegui e Raspadori in attacco, non Pio Esposito. Un po’ perché «ha giocato 75 minuti in Estonia», un po’ perché «in difesa loro non sono velocissimi». 

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