Italia d’oro: il quartetto con i friulani Milan e Moro è campione d’Europa su pista
Battuta in finale la Gran Bretagna, decisivo l’apporto del bujese e del pordenonese

GRENCHEN. Se lo sono ripreso lo scettro. Perché nel 2022 ai Mondiali sulla pista nel velodromo che sarà Olimpico di Parigi il prossimo anno, il Frecciarossa azzurro del quartetto dell’inseguimento aveva perso dalla Gran Bretagna.
Giovedì 9 febbraio, agli Europei di Grenchen, in Svizzera, sulla pista in cui Ganna in ottobre polverizzò il record dell’ora, l’Italia s’è presa il titolo continentale demolendo gli inglesi.

E in finale c’erano due friulani: oltre alla colonna bujese Jonathan Milan (che quindi in bacheca ora fa strike Olimpiadi, Europei e Mondiali con il quartetto), c’era anche il pordenonese Manlio Moro, vent’anni, con le lacrime perché ora, a 18 mesi dai Giochi di Parigi, il suo sogno, può ambire davvero a prendersi un posto tra i “fab four” che dovranno difendere il titolo olimpico.
Gli inglesi erano tosti, con Daniel Bigham, Charlie Tanfield, Ethan Vernon e Oliver Wood e nonostante l’assenza di Ethan Hayter, ko alla vigilia per infortunio.
Ma il quartetto, guidato a bordo pista dal ct Villa, ha fatto tutto alla grande dall’inizio. Solita partenza di Lamon, primo vantaggio, e poi margine superiore al secondo dalla metà del secondo chilometro fino alla fine: 3’47”667 il crono finale. Contro il 3’48”800 degli inglesi.
Insomma, il quartetto c’è, per avvicinare e forse superare il fantascientifico record del mondo dei Giocchi di Tokyo di 3’42”032 ci sarà tempo magari il prossimo agosto ai Mondiali di Glasgow o direttamente nel 2024 nel velodromo olimpico di Saint Quentin en Yvelines.
L’Italia nel primo pomeriggio, con sempre il pordenonese Manlio Moro inserito in squadra al posto di Francesco Lamon, e col bujese Jonathan Milan messo a fare a partenza, Simone Consonni e Filippo Ganna aveva corso in 3’48”333 battendo la Francia (Denis, Ermenault, Lafargue e Thomas) di quasi due secondi facendo segnare anche il nuovo record della pista di Grenchen, poi battuto in finale. Per gli inglesi invece contro la Danimarca 3’48”504, gran tempo.
Poi Consonni, intorno alle 18, ha corso la prova dell’Eliminazione e ha fatto un vero e proprio capolavoro conquistando all’ultimo giro una magnifica medaglia d’oro. Centocinquanta giri corsi a perdifiato.
Due ore dopo, quindi, in pista per la finale il ct Villa ha rimandato Moro, un ragazzone d’oro promesso sposo alla Movistar tra i pro per il prossimo anno e che ora ha 12 mesi e più per restarci in quel quartetto da sogno. Con lui e Jonny, il 50 per cento friulano del quartetto, come ai Mondiali 2022, Lamon e il grande Ganna.
E così è arrivato il capolavoro finale. Ebbro di gioia Milan (che ha corso davanti a papà Flavio e mamma Elena arrivati da Buja), ormai un veterano della pista nonostante i 22 anni e con la bacheca carica di trofei lucciccanti e già vittorie tra i professionisti su strada. Al settimo cielo Moro. Che abbraccia papà Claudio che si precipita giù dalle scale del velodromo affacciandosi alla balaustra per baciare godersi il suo ragazzone.
Gli inglesi? Sono i rivali designati in vista dei Mondiali di agosto a Glasgow e soprattutto le Olimpiadi di Parigi? Sì, ma attenzione anche a Nuova Zelanda e Australia quando il mappamondo si amplierà.
A proposito, tra le donne, dopo l’exploit dei Mondiali, il quartetto italiano guidato da Elisa Balsamo ha dovuto soccombere nettamente alle inglesi. C’è un anno per lavorarci su dai e provare la rivincita.
E oggi? Mentre Filippo Ganna fa le valigie per andare a correre col Team Ineos la Vuelta Algarve in Portogallo, Jonathan Milan è l’ovvio favorito della gara dell’inseguimento individuale. Può fare il bis di due anni fa sempre a Grenchen. Ci sarà anche Moro. Che sogna un’altra medaglia. —
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