Intervista doppia alla coppia del basket. Lino&Malì: 2 cuori, una lavagnetta

Una storia da raccontare: perché non ha eguali in Italia. Un piccolo record che Udine regala al basket: le due principali squadre della città, la Delser che milita in A2 donne e la Gsa che giocherà la sua seconda stagione nell’analoga categoria uomini saranno allenate da Amalia “Malù” Pomilio e Lino Lardo, fuori dal parquet una coppia.
Insomma, le sorti dei due team si decideranno in famiglia. Una cosa è certa: di schemi e di gestione del gruppo a casa Lardo-Pomilio si parla eccome. Lo confermano tranquillamente i due protagonisti in questa intervista doppia. E che l’ex campionessa (due scudetti a Vicenza e un palmares da urlo in Nazionale) la sua l’abbia detta in questi due anni dell’ex Olimpia Milano sulla panchina di Udine è innegabile. L’avrete senz’altro notata in parterre dietro le panchine al palasport di Cividale.
Una presenza discreta, ma poi tra le mura domestiche le discussioni sulla partita si sprecavano. Ora il bello è che anche coach Lino potrà “rifarsi” con Malì e magari suggerire qualche accorgimento per Vicenzotti e compagne. Insomma, ci sarà da divertirsi.
1. La prossima stagione sarete entrambi alla guida delle prime squadre cestistiche di Udine, entrambe in A2. Che effetto vi fa questo intreccio del destino?
AMALIA: Mi fa molto piacere. La proposta del presidente della Libertas Basket School sinceramente mi ha un po' spiazzato, ora spero che i calendari della prossima stagione ci aiutino. Se le partite in casa di Gsa e Delser cascheranno nello stesso fine settimana, avremo meno difficoltà.
LINO: È una bella sensazione e strana, di tutto ci si poteva immaginare tranne questo. Personalmente provo orgoglio e senso di responsabilità. A Malì faccio un grandissimo in bocca al lupo. Farà bene, non ho dubbi
2. Quando siete a casa parlate di basket oppure cercate di non toccare l'argomento?
AMALIA: Ci siamo sempre confrontati. Io da ex giocatrice non gli ho mai fatto mancare i miei consigli e viceversa. Ora però la situazione richiederà degli spazi dedicati al basket e qualche momento “off limits”.
LINO: Per fortuna ci sono altri temi, poiché abbiamo figli sparsi per l’Italia. Il basket è tanto della nostra vita, ma non è tutto. Entrambi siamo persone curiose, ci piace capire cosa ci accade intorno
3. Come vive il suo compagno/a le vigilie delle partite?
AMALIA: Dipende dalle partite. Solitamente è molto sereno, ma prima di match importanti la tensione inevitabilmente sale. Penso ai play-off contro Bergamo e alla partita promozione di Montecatini un anno fa, oppure al derby casalingo con Trieste quest’anno.
LINO: Malì è una persona molto precisa e preparata in tutto e per tutto. Le piace molto mettersi in discussione, lo vive con equilibrio, ma non lascia nulla al caso. Cerca sempre di essere attenta anche dal punto di vista umano
4. Cosa prevede per la Gsa dell'anno prossimo? Cosa prevede per la Deiser?
AMALIA: Sono convinta che la Gsa riuscirà a fare una buona squadra. Ogni anno si fa più difficile, ma la conferma di un giocatore come Veideman è un ottimo punto di partenza.
LINO: Mi auguro il meglio. La Delser è reduce da un buon campionato. Per Malì sarà un test importante. Ci saranno poi tante giovani giocatrici, quindi avrà la possibilità di lavorare molto da questo punto di vista. A lei piace un basket di sostanza, aggressivo. Mi aspetto una grande Delser di sostanza
5. Andrete in vacanza con il telefono sempre acceso per seguire il mercato o lo terrete spento il più possibile?
AMALIA: È assolutamente impossibile andare in vacanza con Lino col telefono spento! Vuole essere sempre aggiornato sull’evoluzione del mercato.
LINO: Purtroppo il cellulare rimarrà acceso, ma fa parte del nostro lavoro. Non puoi staccare mai. Tuttavia io e Malì siamo bravi a ritagliarci degli spazi
6. Entrambi allenatori, ma in passato giocatori di alto livello. Diteci la verità ogni tanto vi scappa qualche uno contro uno? E come finisce?
AMALIA: Gli uno contro uno non li possiamo più fare! Lui non corre più, io nemmeno. Però se ci confrontiamo sul passato, non c’è storia, vinco io: in bacheca ho molti più titoli. Forse se ci sfidiamo ai tiri liberi vince lui...
LINO: Sul piano dell’esperienza non c’è dubbio, vinco io perché son più grande di lei, ma il suo palmares è nettamente più prezioso del mio, anzi non c’è confronto tra i due. Se la mettiamo sul piano tecnico e sul campo, ai punti vinco io, ma tutti e due siamo degli ottimi difensori. Quando ci sfidiamo vengono fuori scintille
7. Qual è la qualità come allenatore che apprezzi di più nel tuo partner?
AMALIA: Il fatto di non mollare mai e la capacità di farsi seguire dalla squadra. Lino riesce sempre a instaurare un buon rapporto con i suoi giocatori.
LINO: La voglia di sperimentare. Pur avendo delle certezze, Malì non si ferma alle sue conoscenze, bensì cerca di tirare fuori il meglio dalle sue giocatrici, proponendo cose nuove. È una bella dote e che per esprimerla ci voglia un po’ di coraggio.
8. Cosa deve imparare il basket maschile (e viceversa) da quello femminile?
AMALIA: Le idee sono le stesse, ma vengono applicate in modo diverso per una questione di differenze fisiche. Se potessi rubare qualcosa al basket maschile è senza dubbio il pubblico: le donne hanno meno seguito e la cosa sinceramente mi dispiace. Una cosa che non ruberei affatto al basket maschile è l’utilizzo massiccio di stranieri in serie A1. Da questo punto di vista il movimento femminile si fa decisamente preferire, le squadre hanno una maggior identità territoriale.
LINO: Il basket maschile dovrebbe apprendere l’applicazione delle giocatrici in campo, che esprimono al meglio i valori del gioco di squadra. Se dovessi copiare una cosa sarebbe questa.
9. Entrambi date importanza alla crescita dei giovani cestisti. Qual è la cosa principale da insegnare alle nuove generazioni?
AMALIA: La cosa più difficile è riuscire a stabilire un linguaggio comune. Ciò che mi piace maggiormente nel lavoro coi giovani è trasmettere la passione per il basket e la voglia di migliorare, qualità che però bisogna avere dentro. Vedere una ragazza che si ferma dopo l’allenamento a fare 300 tiri per migliorare per me è sempre una soddisfazione.
LINO: L’amore per il gioco e lo spirito di sacrificio. Sono due aspetti fondamentali, che non possono mai venire a mancare. Probabilmente nelle nuove generazioni manca un po’ il secondo, ma bisogna saperlo insegnare in un modo o nell’altro: per diventare bravi bisogna sacrificarsi molto.
10. Alla scoperta del Friuli, chi dei due è più curioso? E perchè?
AMALIA: Quando siamo arrivati in Friuli eravamo entrambi curiosi. Arrivavamo dalla Sicilia, c’era timore per il cambiamento: ora siamo entusiasti, siamo stati accolti benissimo e siamo in continuo movimento. Il lunedì prendiamo l’auto e andiamo in giro, un luogo che amiamo in particolare è il lago di Fusine. Sono riuscita anche a frequentare un corso per sommelier, volevo scoprire la cultura del vino.
LINO: Ci troviamo molto d’accordo, tutti e due abbiamo voglia di conoscere e scoprire il Friuli nel poco tempo libero che abbiamo. Lo stiamo girando per bene. Quando eravamo appena arrivati volevo iniziare un corso di sommelier poiché avrei lavorato nella terra del vino, ma mancandomi il tempo materiale si è iscritta Malì, che poi una volta a casa mi faceva le ripetizioni. Ora lei ha già fatto i tre classici corsi ed è molto brava. Infatti quello che so è proprio grazie a lei.
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