Il rally parla friulano con Anna e Paolo: «Chiudiamo un ciclo»

Agonismo e autocontrollo, passione ed esperienza. Il rally è equilibrio fra elementi opposti, è una lotta contro il tempo che non si può vincere senza freddezza e senza un maniacale controllo di ciascuna variabile. Lo sa bene la coppia “Ucci-Ussi”, al secolo Paolo Andreucci e Anna Andreussi che, insieme, come pilota e navigatrice e in coppia anche nella vita, hanno vinto dieci campionati italiani di rally, di cui sette a bordo della Peugeot 208 T16, e hanno iniziato al massimo anche la stagione 2018.
Un campionato, quello in corso, che non era in programma per il pilota toscano e la navigatrice di Artegna, protagonisti questa sera di una grande festa nel paese dell’Alto Friuli.
«L’obiettivo cui io e Paolo puntavamo – racconta Anna – era il raggiungimento del decimo titolo italiano, un traguardo importante ottenuto al termine di 13 anni dedicati completamente al rally. Avevamo quindi pensato di fermarci per dare spazio ai giovani, ma ci siamo confrontati anche con la Peugeot, con cui abbiamo un rapporto speciale e, anche in vista del restyling che interesserà l’auto per la stagione 2019, abbiamo optato per continuare e chiudere, assieme all’auto, un ciclo».
Un amore per il rally, quello di Anna, nato quasi per caso, dopo una carriera da sciatrice interrotta (in un percorso parallelo con il suo compagno) da un infortunio. «Mi sono avvicinata a questo mondo a 22 anni – prosegue – e, scoccata la scintilla, sono diventata navigatrice, essendo ormai troppo tardi per iniziare il percorso da pilota. A 28 anni è arrivata la convocazione da parte di Paolo e ho mollato tutto, dalla carriera universitaria, cosa di cui mi pento moltissimo, a un lavoro nell’azienda di famiglia, per inseguire il mio sogno. Una scelta che, ovviamente, non rimpiango».
Una carriera lunga e di successo, quella di Anna e Paolo. «A farci continuare a vincere – spiega – è un mix di fattori: la passione, l’esperienza accumulata in questi anni, ma anche una squadra di meccanici fortissima e le gomme, da sempre Pirelli. Quest’anno stiamo affrontando le competizioni con una maggiore serenità e devo ammettere che questo atteggiamento sta pagando. Finora abbiamo gareggiato in percorsi a noi favorevoli, da qui alla fine ci attendono le competizioni più dure».
Per il futuro la coppia, che vive ad Artegna anche se è molto spesso fuori regione, non ha progetti concreti. «Non ne abbiamo parlato – afferma Anna – ma mi piacerebbe mettermi a disposizione dei giovani piloti. Quello del rally è un mondo strano, nel quale spesso si pensa che possedere una licenza significhi essere un pilota. Serve, invece, un allenatore che guidi i talenti non solo nella crescita tecnica ma anche indirizzandoli nelle scelte che possono essere determinanti per la carriera. Da troppi anni l’Italia non vince un campionato del mondo e mi piacerebbe poter dare il mio contributo per questo sogno».
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