Il “maestro” Di Iorio: «A volte penso che Scuffet abbia già trent’anni»

UDINE. Musica alla Scala (del calcio). Sul palco Simone Scuffet, dirige il “maestro” Francesco Guidolin: «A dire il vero chi lo sta plasmando a livello tecnico è Lorenzo Di Iorio, il nostro preparatore dei portieri», racconta il tecnico bianconero dopo aver parlato delle doti caratteriali del suo numero 22.
Un assist vero e proprio per chi è curioso e vuole conoscere i segreti del lavoro che in casa Udinese stanno svolgendo in questi mesi sul baby di Remanzacco. «Il linea di massima è un programma di allenamento orientato sulla necessità di acquisire un determinato bagaglio di esperienze – spiega Di Iorio –: adesso sto cercando di aiutarlo nel vissuto, creando durante la settimana delle situazioni nuove che poi potrebbe ritrovare in partita».
E da questo punto di vista come sta rispondendo Simone?
I risultati li potete vedere sul campo. Il portiere è come un pilota di Formula 1, deve metabolizzare certi automatismi per non avere incertezze quando dovrà metterli in pratica durante la gara. Il ragazzo sta rispondendo bene, ma non è una cosa degli ultimi mesi. È ricettivo, una qualità che avevo notato già quando era nel settore giovanile e di tanto in tanto si affacciava in prima squadra.
Cosa colpisce quando si allena Scuffet?
È estremamente disponibile. Non nascondo che questa dote faccia piace al tecnico, perchè così si possono sviluppare dei programmi di lavoro ben precisi. Insomma, ha 17 anni ma a volte, tra me, penso che ne abbia già 30. Per la maturità è un giovane vecchio. Ed è un gran bel complimento se parliamo di portieri.
Molti dicono che Scuffet sia sulla strada giusta per diventare il nuovo Buffon: che pensa Di Iorio che in carriera ne ha allenati tanti di portieri?
Ho lavorato in passato con Toldo, Handanovic, Pagliuca, Mirante, Sirigu, anche Abbiati. Se faccio dei confronti dico che ha più talento di tutti. Per esempio, ho conosciuto Toldo a 19 anni e 22 lui era il portiere del Ravenna, con Guidolin allenatore, in serie C. Ebbene, Scuffet è già adesso più navigato del Toldo di allora, nonostante abbia cinque anni in meno. Dopo Francesco è stato bravo a lavorarci sopra, a crescere. Quello che farà Simone partendo da un livello più alto.
Di Iorio, quale è il consiglio che vuole dare pubblicamente al suo allievo?
Gli dico di non perdere quel pizzico di sana incoscienza che è un po’ una caratteristica dei grandi portieri. Di non mettere da parte quella spinta emotiva che gli ha fatto rischiare un’uscita difficile al 93’ contro il Sassuolo. Gli servirà anche quella.
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