Il Lumignacco trova (per ora) casa ma lancia l’allarme sul vivaio

Quella ormai alle porte sarà la sua ottava stagione di fila nella massima serie calcistica regionale (permanenza impreziosita nella primavera 2018 dal secondo posto in Eccellenza e dal sogno Serie D sfumato solo nella finale nazionale dei play-off), ma una casa il Lumignacco sembra averla trovata solo adesso. Dopo sette anni di (costosi) pellegrinaggi sui campi altrui, infatti, la società rossoblu si è recentemente vista riconoscere dal Comune di Pavia di Udine la “gestione diretta” dell’impianto sportivo di via Fermi. «Un passo importante. O almeno speriamo che sia così visto che si tratta di un affidamento temporaneo - spiega il presidente Andrea Zanello -: la precedente convenzione (con la Paviese, ndr) era scaduta e in attesa della nuova assegnazione ci è stata affidata pro tempore. Per noi sarebbe la fine di un calvario: in Promozione abbiamo giocato a Lumignacco, ma l’impianto non ha un campo di sfogo per allenarsi, non ha tribune e nemmeno parcheggi adeguati, in Eccellenza ci siamo trasferiti a Lauzacco, l’anno scorso sul campo di Pavia di Udine mentre gli spareggi per la serie D, per capirci, li avevamo disputati tra Remanzacco e Corno di Rosazzo. È impensabile programmare e gestire una stagione in queste condizioni, dipendendo sempre dalla disponibilità di altre società che, comunque, è doveroso ringraziare per la mano che ci hanno teso».
Una vita in affitto, insomma, per un Lumignacco che quest’anno ha puntato sulla rivoluzione (nuovo allenatore, nuovi dirigenti e una decina di nuovi giocatori), ma che tra le mani si trova comunque un’altra grana: quella di un settore giovanile che, al momento, non esiste. Complice anche l’inatteso aborto di un progetto sul quale i rossoblu investivano da almeno due anni. L’accordo per una sinergia giovanile tra le quattro società del Comune (con Risanese, Union ’91 e Paviese) aveva ottenuto il benestare anche dall’amministrazione comunale, ma qualche mese fa «una delle parti ha fatto retromarcia - si affida alla diplomazia Zanello -. Un brutto colpo, anche perché nel frattempo avevamo appoggiato la creazione della Juniores alla Risanese e abbandonato la categoria Giovanissimi».
Presupposti di una situazione, dal punto di vista calcistico, che a Pavia di Udine rischia ora di rasentare l’assurdo. «Ma cosa dovremmo fare, costruire due o più settori giovanili nello stesso Comune, che conta circa 5.700 anime? È per questo che ci appelliamo al Comune - sbotta Zanello - affinché intervenga in prima persona, esercitando il suo ruolo visto che è da lui che, tra l’altro, dipendono anche le convenzioni e i contributi per lo sport: non può restare spettatore se le società non trovano un accordo tra loro. In ballo c’è un bene che è di tutti: la pratica sportiva. Qui non si tratta di campanilismi, ma di sopravvivenza del calcio cittadino: senza un settore giovanile strutturato non si va da nessuna parte. Ipotesi fusione? Noi siamo disponibili a discuterne». —
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