Il Lumignacco trova (per ora) casa ma lancia l’allarme sul vivaio

I rossoblu hanno ottenuto la gestione temporanea del campo di Pavia di Udine Niente intesa sui giovani con le altre società del paese: «Fusione? Disponibili»
Pavia di Udine 28 Ottobre 2018. Calcio dilettanti. Lumignacco-Torviscosa. © Foto Petrussi
Pavia di Udine 28 Ottobre 2018. Calcio dilettanti. Lumignacco-Torviscosa. © Foto Petrussi



Quella ormai alle porte sarà la sua ottava stagione di fila nella massima serie calcistica regionale (permanenza impreziosita nella primavera 2018 dal secondo posto in Eccellenza e dal sogno Serie D sfumato solo nella finale nazionale dei play-off), ma una casa il Lumignacco sembra averla trovata solo adesso. Dopo sette anni di (costosi) pellegrinaggi sui campi altrui, infatti, la società rossoblu si è recentemente vista riconoscere dal Comune di Pavia di Udine la “gestione diretta” dell’impianto sportivo di via Fermi. «Un passo importante. O almeno speriamo che sia così visto che si tratta di un affidamento temporaneo - spiega il presidente Andrea Zanello -: la precedente convenzione (con la Paviese, ndr) era scaduta e in attesa della nuova assegnazione ci è stata affidata pro tempore. Per noi sarebbe la fine di un calvario: in Promozione abbiamo giocato a Lumignacco, ma l’impianto non ha un campo di sfogo per allenarsi, non ha tribune e nemmeno parcheggi adeguati, in Eccellenza ci siamo trasferiti a Lauzacco, l’anno scorso sul campo di Pavia di Udine mentre gli spareggi per la serie D, per capirci, li avevamo disputati tra Remanzacco e Corno di Rosazzo. È impensabile programmare e gestire una stagione in queste condizioni, dipendendo sempre dalla disponibilità di altre società che, comunque, è doveroso ringraziare per la mano che ci hanno teso».

Una vita in affitto, insomma, per un Lumignacco che quest’anno ha puntato sulla rivoluzione (nuovo allenatore, nuovi dirigenti e una decina di nuovi giocatori), ma che tra le mani si trova comunque un’altra grana: quella di un settore giovanile che, al momento, non esiste. Complice anche l’inatteso aborto di un progetto sul quale i rossoblu investivano da almeno due anni. L’accordo per una sinergia giovanile tra le quattro società del Comune (con Risanese, Union ’91 e Paviese) aveva ottenuto il benestare anche dall’amministrazione comunale, ma qualche mese fa «una delle parti ha fatto retromarcia - si affida alla diplomazia Zanello -. Un brutto colpo, anche perché nel frattempo avevamo appoggiato la creazione della Juniores alla Risanese e abbandonato la categoria Giovanissimi».

Presupposti di una situazione, dal punto di vista calcistico, che a Pavia di Udine rischia ora di rasentare l’assurdo. «Ma cosa dovremmo fare, costruire due o più settori giovanili nello stesso Comune, che conta circa 5.700 anime? È per questo che ci appelliamo al Comune - sbotta Zanello - affinché intervenga in prima persona, esercitando il suo ruolo visto che è da lui che, tra l’altro, dipendono anche le convenzioni e i contributi per lo sport: non può restare spettatore se le società non trovano un accordo tra loro. In ballo c’è un bene che è di tutti: la pratica sportiva. Qui non si tratta di campanilismi, ma di sopravvivenza del calcio cittadino: senza un settore giovanile strutturato non si va da nessuna parte. Ipotesi fusione? Noi siamo disponibili a discuterne». —



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