I consigli di Pierpaolo Marino all'Udinese: "Deve essere più squadra"
L’ex direttore tecnico fa il punto sulla complicata situazione dell’Udinese. «Le armi? Compattezza, senso di appartenenza e sana paura di retrocedere»

«All’Udinese chiedo di essere più squadra, di giocare da qui in avanti tutte le partite con lo stesso spirito e la stessa umiltà che ha fatto vedere contro l’Inter».
Arriva dall’ex responsabile dell’area tecnica Pierpaolo Marino il consiglio alla squadra bianconera sempre più invischiata nella lotta per la salvezza.
Marino, se dovesse dire quale stagione della storia recente dell’Udinese assomiglia a quella in corso cosa le viene in mente?
«A quella delle undici sconfitte consecutive quando a quattro giornate dalla fine Oddo venne sostituito con Tudor. Sembrava quasi che il tecnico croato fosse stato chiamato per l’estrema unzione e invece...».
Perché l’Udinese ha vinto solo quattro partite? Si può spiegare questa tendenza solo con il grande ringiovanimento della squadra?
«A me la rosa dell’Udinese piace, ha un livello decisamente superiore all’attuale classifica. Purtroppo è andata in difficoltà soprattutto a causa dei molti punti persi negli ultimi minuti».
Tante partite perse nei finali di gara: non può essere una casualità.
«E infatti non lo è. Le statistiche sono impietose e l’esperienza mi porta a dire che manca qualcosa a livello di motivazione nel gruppo bianconero».
Quando si parla dell’Udinese ci si dimentica che da oltre un anno manca Deulofeu.
«Stiamo parlando di un grande giocatore, ma il discorso non regge. Se vinci una sola gara su sedici in casa significa che la squadra non ha colto fino in fondo il momento. Non è possibile che il fattore campo incida così poco per una formazione che lotta per salvarsi. Sembra quasi che la tifoseria abbia capito le difficoltà dei giocatori che però da parte loro non si sono davvero resi conto dei guai nei quali si stanno andando a cacciare. C’è stato un difetto di comunicazione, non si sono mai visti i tifosi friulani arrabbiati come nella gara con il Torino».
L’Udinese con l’Inter ha fatto la partita che doveva fare. Dovranno essere tutte così da qui alla fine dal punto di vista dell’approccio.
«Proprio così, il nodo è questo. Altre squadre, penso al Cagliari, all’Empoli e al Verona hanno lo spirito di chi lotta per la sopravvivenza, l’Udinese no. Per certi versi anche il Frosinone visto all’opera con il Genoa e il Bologna dove si è preso due punti ha dimostrato di essere in progresso da questo punto di vista».
La seconda versione di Cioffi sembra molto diversa dalla prima. Concorda?
«Stimo molto Gabriele, come stimo Sottil. In una situazione come quella che si è venuta a create qualsiasi allenatore avrebbe avuto le stesse difficoltà».
Marino, come ci si salva?
«Prendendo consapevolezza che bisogna scendere in campo con le motivazioni al massimo, magari anche con un pizzico di paura, ma giocando con il coltello tra i denti. L’Udinese negli ultimi anni è stata abituata a guardare la classifica più avanti, verso il decimo posto, ora deve guardarsi alle spalle. Bisogna avare una “sana” paura di retrocedere».
In questa rosa ci sono dei giocatori in grado di prende per mano i compagni?
«Pereyra è un leader tecnico più che un trascinatore, ma deve prendersi sulle spalle più responsabilità. Può aiutarlo Bijol, peccato per l’infortunio di Lovric, uno che ha il senso di appartenenza».
Domani a Udine arriva la Roma. Che partita si aspetta?
«Mi giocherei la tripla. L’Udinese può anche stupire vincendola con le armi che ha usato il Cagliari per battere l’Atalanta, ma oggi la Roma sta benissimo».
I giallorossi potrebbero risentire delle fatiche di Europa League?
«Un po’ forse, ma potrebbero essere bilanciate dall’entusiasmo dato dall’importante risultato ottenuto l’altra sera a San Siro».
Il calendario non aiuta.
«Affrontare nelle ultime tre giornate Lecce, Empoli e Frosinone sarà un po’ come giocare una sorta di play-out. Uno scontro diretto in casa lo devi vincere. E lì più che la tecnica e la tattica, lo ripeto, conterà l’aspetto motivazionale, l’attaccamento alla maglia».
Una delle poche note liete di questa stagione è il rendimento di Lucca.
«Ha fatto benino, ma a livello di gol poteva fare meglio. Deve arrivare in doppia cifra, con altre tre-quattro reti l’Udinese si avvicinerebbe alla salvezza».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto