Graberi amministratore delegato, adesso Micalich è fuori dall’Apu

UDINE. Una delle cose più belle e intense, per un appassionato di pallacanestro alle partite dell’Apu, meglio in trasferta che in casa, è stata in questi anni buttare un occhio a quello che faceva, a un passo dalla panchina, l’amministratore delegato dell’Apu, Davide Micalich. Viveva la partita come pochi, amava quella che riteneva la “sua” creatura, o per lo meno anche la sua creatura.
Da ieri Micalich, il primo artefice (in ordine di tempo, non di portafoglio s’intende) della rinascita del basket udinese dopo la traumatica chiusura dell’era d’oro Snaidero, cui aveva assistito da vicino, è fuori dall’Apu.
Lui, trincerato nel silenzio del suo pub-ufficio di Campoformido, convinto di essere stato estromesso da quella che ritiene una sua creatura, il presidente e proprietario della società, Alessandro Pedone deciso a dimostrare che a Udine ci può essere basket di livello anche senza il suo ex amministratore delegato, general manager e, possiamo scriverlo crediamo con cognizione di causa, amico. Comunque la si veda è la fine traumatica, ma non proprio inaspettata, di una bella storia d’amore sportivo all’ombra dei canestri.
E, come spesso accade, quando le storie finiscono per terra restano i cocci.
Pedone ieri ha dato un’accelerata alla “fase due” varando il nuovo cda del club: accanto a lui, ci sono ancora il pretoriano Gianpaolo Graberi, commercialista udinese, vicepresidente del club – curiosamente colui che nove anni fa presentò Micalich, in cerca di un imprenditore-partner per la sua avventura, a Pedone – che sarà il nuovo amministratore delegato. Con loro, al posto di Micalich, un altro pretoriano del proprietario, l’avvocato Paolo Gnesutta. A Graberi la carica di Micalich, a Gnesutta le questioni legali, una scelta, ha detto Pedone «figlia della necessità di una particolare cautela alle negoziazioni e alla stipula dei contratti con giocatori, procuratori, collaboratori e sponsor in era Covid».
A Micalich, reo per Pedone di non aver trovato un accordo soddisfacente con i giocatori sul taglio dei compensi post-chiusura del campionato (ma l’ex gm ha respinto le accuse al mittente) ieri a mezzogiorno un’opzione che sapeva di ultimatum: «Se entro stasera verrà da me potrà mantenere la carica di general manager, è un ruolo per cui lui ha ottime competenze».
Micalich, ovviamente, perché il finale era già scritto, non si è presentato, e nelle prossime ore la carica di general manager, cioè chi dovrà fare la squadra, andrà a Gianluca Mauro, friulano ex presidente dell’Alma Trieste. Farà strano non vedere più Micalich esaltarsi o arrabbiarsi per un canestro fatto o sbagliato. Comunque la si pensi l’Apu era un po’ davvero la sua creatura.
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