Gli sterrati, la rosa, Alfredo Martini: ecco Il Giro secondo Bettini
Il due volte campione del mondo e tanto altro radiografa la gara. “E’ una corsa al peperoncino”.

FOLIGNO. Pedala, anzi ha ripreso a pedalare («Devo dimagrire», scherza) il livornese con altri campioni prima delle tappe. Griffato blu Mediolanum lui che per due stagioni ha corso con la maglia iridata e per quattro col casco da re d’Olimpia. La corsa rosa oggi arriva in Toscana, Paolo Bettini è il Cicerone perfetto.
Campione, la tappa di Montalcino?
«Può diventare una trappola, non sarà la frazione decisiva, ma chi sbaglia i tempi o avrà sfortuna rischia di pagare pegno. Per fortuna ha piovuto da poco, la polvere non sarà un’insidia sugli sterrati».
Finora che Giro è?
«Bellissimo, al di là di ogni aspettativa. Battaglia in ogni tappa, nomi di peso al traguardo».

E i percorsi? Forse un paio di finali sono stati un po’ pericolosi, non trova?
«I percorsi sono ottimi, sì qualche spartitraffico in meno si poteva mettere, ma una volta le amministrazioni locali li spianavano, ora i soldi sono pochi e allora è dura. Comunque la sicurezza è importante e l’Uci dovrebbe pensare più a quella che alle “cazz...”, per dirla alla toscana del lancio delle borraccia o della posizione in sella».
È un Giro al...?
«Peperoncino, sì proprio così. E piace alla gente».
A proposito, è tornato sulle strade.
«Ed è meraviglioso. Troviamo pubblico alla partenza e agli arrivi e sulle strade, in ottobre la paura del virus aveva allontanato i tifosi e l’atmosfera era surreale».

Le piacerebbe essere Bernal o Evenepoel?
«Alaphilippe: è quello che mi assomiglia di più. Evenepoel è destinato a vincere più di me: è un fenomeno».
Può vincere?
«Sì, ma non correva da 9 mesi e ha 21 anni: può anche saltare. Deciderà tutto la terza settimana».
Bernal?
«È venuto per vincere con una Ineos fortissima».
Ciccone e Nibali?
«L’uno ha la fortuna di avere l’altro come chioccia. Giulio può fare bene e Vincenzo, se deciderà di uscirà di classifica come credo, potrà vincere un tappone».
La tappa di domani poi ricorderà Alfredo Martini...
«Ho avuto la fortuna di viverlo da vicino, era il nonno di tutti: per qualsiasi cosa, anche oltre al ciclismo, lui c’era: un grande».
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