Giovannino, talento smisurato esibito soltanto in allenamento

il personaggio
Massimo meroi
Arta Terme, estate 1995. L’Udinese di Alberto Zaccheroni comincia la preparazione e sin dai primi allenamenti su tutti spicca un giocatore dal talento smisurato: Giovanni Stroppa. Arriva dal Milan dove ha pure segnato un gol nella finale della Coppa Intercontinentale vinta dai rossoneri il 9 dicembre del 1990 con i paraguaiani dell’Olimpia Asuncion. Ha pure giocato in Nazionale contribuendo alla qualificazione ai Mondiali di Usa ’94. Nella stagione con il Foggia di Zeman aveva messo assieme 30 presenze e 8 gol, la sua miglior stagione di sempre. Il curriculum è di tutto rispetto ma le giocate che Stroppa fa esibisce in allenamento sono qualcosa di fuori dal comune. Fa quello che vuole con il pallone tra i piedi, ma le sue giocate non sono mai fini a se stesse. Poi, succede che in una pausa concessa da Zac, Giovannino incappi in un brutto incidente stradale. Rimedia quasi 40 punti in testa. «Siamo già salvi», dice quando torna ad allenarsi con i compagni. Sarà in campo alla prima giornata contro il Cagliari (suo l’assist per l’1-0 di Bierhoff) ma non riuscirà mai a mettere in campo tutto il suo potenziale. Andrà ancora peggio la stagione successiva con la frattura del perone della gamba sinistra per un’entrata dell’interista Fresi.
Di lui a Udine gli è rimasta addosso l’etichetta di talento sprecato. E forse proprio per questo fa specie vederlo fare l’allenatore. In serie A ha lavorato al Pescara, adesso la massima categoria se la sta conquistando, Pordenone permettendo, a Crotone. Chissà se Giovanni racconterà ai suoi giocatori di non ripetere gli errori commessi da lui in gioventù o di qualche goliardata come quella di non farsi trovare per tre giorni al cellulare, o quando, assieme a Bia e Borgonovo, con una Cinquecento infilò il tunnel degli spogliatoi arrivando fino alla porta dove si cambiavano Zac e il suo staff chiedendo informazioni per lo stadio Friuli. A Udine, ovviamente, facciamo tutti il tifo per il Pordenone, ma subito dopo nel cuore dei friulani c’è uno spazio per lui, Giovannino. In gare ufficiali ci ha fatto vedere poco, in allenamento tante delizie: negli ultimi 25 anni, solo Di Natale e forse Amoroso l’hanno superato. —
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