Già rivedere lo stadio mezzo pieno sarà una vittoria

Finalmente si parte e arriva subito a Udine l’avversaria più forte e famosa del lotto, che resta tale anche se, una volta tanto, senza scudetto sulle maglie. La Juve è sempre la Juve, capace di mobilitare l’interesse dell’intera tifoseria nazionale, tifosi a profusione lungo tutta la penisola, ma cospicua falange anche dei cosiddetti tifosi contro, come inevitabilmente capita ai potenti. Per l’occasione ci sarà spazio al Friuli per un contingente di tifosi, non proprio tantissimi, ma senz’altro da prendere come segno augurale di prossimi più appaganti aperture, se questa interminabile pandemia concederà qualche tregua. Certo è un peccato, anche per le casse della società, che questa partita – attesissima – sia capitata così presto a capienza dello stadio necessariamente ridotta, ma tant’è bisogna adattarsi e mantenere comunque il rispetto delle regole.

Da un punto di vista tecnico la partita non può che vedere la Juventus favorita, lo dicono i numeri e lo impongono anche le valutazioni sulle qualità e sul valore, economico e non solo, dei due organici. L’Udinese tra l’altro è ancora in attesa di definire in modo completo la rosa, l’arrivo di Success è un nuovo tassello, ma solo a fine agosto avremo il quadro completo. Anche alla Juve c’è qualche turbolenza, sugli stessi CR7 e Dybala, i due celebrati assi, permangono voci di problemi relativi soprattutto agli ingaggi spropositati che tuttavia non dovrebbero incidere sulla loro presenza in campo nella sfida di stasera, dove, assieme a Chiesa, costituiranno il terribile pacchetto offensivo.

Quanto all’Udinese, cercherà di cavarsela come meglio potrà, consapevole della forza avversaria ma, come ha ribadito lo stesso prudente Gotti, fiduciosa di aver ormai raggiunto dopo una buona condizione fisica non disgiunta dalla brillantezza fino a quache tempo fa preclusa dalla durezza dei primi carichi di lavoro. Al solito Gotti non si è allargato sulla formazione che manderà in campo, ha solo detto che, con aversarie di tal fatta, non ci si può limitare alla difesa ad oltranza, bisogna anche punzecchiarle con qualche folata offensiva, nei limiti di quanto verrà consentito.

Insomma ci si rituffa nel clima del campionato, con addosso il cumulo della fatiche, paure, problemi vari collegati alla pandemia e con la speranza che anche il calcio, come ha fatto spesso lo sport in questi tempi, ci regali momenti di passione condivisa e magari capaci di regalare fiducia nel futuro.

Juve che vuol vincere, Udinese che non vuol perdere. Ma è l’eterna dialettica del calcio e non solo. Allegri pare già padrone della situazione. Vedremo fino a che punto. —

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