La Gesteco lucida un altro gioiello, ecco Pozzecco junior: «Che bella la fatica in prima squadra»

La talentuosa guardia delle giovanili di Cividale, nipote del ct azzurro, quest’anno fa parte degli aggregati alla preparazione della prima squadra di coach Stefano Pillastrini

Gabriele Foschiatti
Thomas Pozzecco
Thomas Pozzecco

«Intanto l’ultima volta ho vinto io!». Mentre Gianmarco guida l’Italbasket ai campionati Europei, a Cividale un altro Pozzecco continua a piccoli passi la sua scalata nella pallacanestro. Thomas, nipote del Ct, è una talentuosa guardia delle giovanili della Gesteco e quest’anno fa parte degli aggregati alla preparazione della prima squadra di coach Stefano Pillastrini.

Arrivato lo scorso anno nell’U17 ducale, ve lo avevamo presentato dopo la convocazione in prima squadra per Ueb-Vigevano, al termine di una settimana da urlo con 110 punti realizzati nel campionato di categoria, di cui 44 nel derby contro l’Apu Udine e 29 in quello contro Trieste.

In quell’occasione, Thomas aveva raccontato delle sfide uno contro uno con lo zio, che aveva ribattuto sulle nostre pagine con il solito modo scherzoso: «Lui contro di me non vince mai. Dirò di più: anche quando avrò 80 anni non sarò battibile, perché lui sarà 50enne».

Doveroso quindi aprire questo incontro aggiornando la situazione, prima di lasciare spazio alle parole del classe 2007: la stagione passata è già alle spalle, lo sguardo è rivolto al futuro. «Quest’anno giocherò in Under 19 – racconta – e credo che abbiamo una squadra veramente forte. Il mio obiettivo è giocare le Finali Nazionali assieme ai miei compagni». L’asticella è fissata in alto, insomma, e per superarla si parte dall’allenarsi con i grandi. «L’esperienza del precampionato con la prima squadra mi sta piacendo molto anche se ovviamente c’è da faticare parecchio. La pressione? No, anzi, se mi capita l’occasione tiro senza pensarci due volte».

Basta questo a trasmettere il suo entusiasmo, il sorriso e i modi gioiosi non mentono. Sempre massimo impegno, però, perché lo zio, anche quando è lontano, lo tiene d’occhio: «Ovviamente non capita spesso che venga a vedermi dal vivo, ma ci sentiamo al telefono e mi rompe sempre! Tre parole per descriverlo? Competitivo, pazzo e affettuoso».

Il rapporto è stretto, quando il Ct torna nella sua Trieste. Speriamo che la prossima volta ci sia una medaglia da festeggiare: «La squadra è molto forte, io ci credo».

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