Gemona e il legame con Wayde van Niekerk: la pista dove è nato il mito aspetta il suo campione

Il primatista del mondo dei 400 metri ogni anno si allenava in Friuli Ma il sindaco Revelant ammette: «Difficile rivederlo in tempi brevi» 
Gemona 15 Giugno 2017. Wayde Van Niekerk in allenamento. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Gemona 15 Giugno 2017. Wayde Van Niekerk in allenamento. © Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

LA STORIA

Simonetta D’Este

Era solo agosto 2019 quando Wayde van Niekerk aveva annunciato di essere pronto a tornare in pista e di volersi preparare per Tokyo 2020 nella “sua” Gemona, dove tutti erano pronti ad accogliere lui e gli altri atleti (non solo) sudafricani. Parole che oggi sembrano appartenere a un’altra vita. Il coronavirus ha cancellato tutto: Olimpiadi, allenamenti, arrivi e ritorni.

Anche la città europea dello sport 2019, che tanto ha investito per rilanciare un turismo dedicato al “Benstare” ospitando atleti e tecnici di caratura mondiale, si è èerò dovuta fermare. «Tutto è da ripensare – ammette il sindaco Roberto Revelant –, quello che è stato prima non può tornare e non lo dobbiamo immaginare per il futuro. Per un anno e mezzo, secondo quanto dicono i medici, dovremo rassegnarci a vivere con guanti e mascherine, quindi bisognerà ripensare del tutto le nostre vite».

E anche il progetto Sportland, che negli ultimi anni ha portato a Gemona del Friuli decine di atleti come Wayde (capace dopo 17 anni di polverizzare il record del mondo sui 400 metri e di regalarsi l’oro olimpico di specialità a Rio de Janeiro 2016) e che sarebbero dovuti sbarcare in Friuli a metà maggio. «Siamo in contatto con Peet Van Zyl, il procuratore sportivo dei più importanti atleti sudafricani – spiega Revelant –, dobbiamo risentirci la prossima settimana per fare il punto della situazione, ma non sono fiducioso su un arrivo in tempi brevi degli atleti in Friuli. Purtroppo l’Italia è da bollino rosso, anche se il nostro territorio non lo è, e questo condiziona tutto. Se dovessero venire a Gemona, infatti, dovrebbero sottoporsi a un periodo di quarantena e non potrebbero allenarsi per due settimane. Non è pensabile per loro. E poi c’è l’incognita Olimpiadi: non è ancora certo che si disputeranno nel 2021, non si possono fare previsioni».

Un vero peccato. Anche perché da Gemona sarebbe potuta ripartire la corsa di Wayde verso traguardi ambiziosi, dopo lo stop forzato a causa del grave infortunio che lo fermato per quasi due anni: nell’ottobre 2017 ha riportato la rottura del menisco mediale e laterale e del legamento crociato anteriore, durante una partita di rugby tra “vip”. Il campione sudafricano si trova ora a Cape Town, bloccato dalla pandemia: aspetta di tornare in pista assieme alla sua allenatrice, Ana Botha, la 78enne che lo segue ormai da otto anni. «Sono più affamato di prima – ha dichiarato Van Niekerk a Olympic Channel –, continuo a credere di poter andare sotto i 43 secondi: su questo la mia mente era concentrata prima dell’infortunio ed è lì che è focalizzata». —

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