Gasparotto & Pellizotti, idee chiare: "Vincere e aiutare a farlo"

ROVIGNO. Ha anche un cuore friulano il Team Bahrain perché Vincenzo Nibali, per scegliere i suoi pretoriani, s’è ricordato di due corridori con cui ha percorso una lunga fetta dell’ormai ultradecennale carriera nei pro. Un esempio su tutti: Giro d’Italia 2007.
Vi ricordate il “vaffa” di Danilo Di Luca contro il giovane Gasparotto che taglia per primo il traguardo nella cronosquadre de La Maddalena vinta dalla Liquigas e così scippa la maglia rosa al capitano? Basta guardare la foto di quel podio e si scorgono un giovane Nibali, 23enne, un riccioluto Franco Pellizotti, 29enne, seconda punta della squadra che poi vincerà quella corsa rosa grazie a un Di Luca ormai sull’orlo del precipizio-doping e appunto Enrico Gasparotto, che a 25 anni si vestiva di rosa dopo aver vinto all’esordio tra i pro due anni prima addirittura la maglia di Campione d’Italia.
E non fu Nibali, all’immediata vigilia del Giro 2010, poi vinto da Basso, a sostituire Pellizotti, fermato dai valori ballerini del suo passaporto biologico? Lo stesso Squalo, terzo in quella corsa rosa che al termine della tappa di Asolo, la sua prima vittoria al Giro, dedicò il successo al compagno di squadra che stava vivendo un brutto periodo grazie all’inchiesta sul doping?
Ce ne sarebbero tante altre di storie, le Olimpiadi di Pechino corse insieme da Pellizotti e Nibali o la Liegi Bastogne Liegi del 2013 con Gasparotto, che sul Sant Nicholas fece di tutto per tenere il compagno di squadra all’Astana attaccato al treno dei più forti.
Ora il cerchio si chiude. Pellizotti sarà l’uomo di riferimento sulle salite per Nibali. «Farò parte del gruppo che si allenerà a correrà con lo Squalo: cominceremo in Argentina fra un mese - spiega Pellizotti, dal prossimo 15 gennaio 39enne - sono molto motivato, voglio aiutare Nibali a vincere. Abbiamo un gruppo molto forte e determinato».
La squadra per il Giro c’è già al 90%. Con Pellizotti lo stantuffo Siutsou, un vagoncino di Froome alla Sky, Boaro, Agnoli, Visconti, Navarsdasukas (viincitore della tappa del Vajont nel 2013), Moreno. «Voglio fare bene - continua il carnico - e continuare a correre, anche perché a fine maggio nascerà il mio terzo figlio...». Auguri. Enzo Cainero, che ci ha accompagnato dal Friuli nella tana del Team Bahrain Merida a Rovigno tira fuori i libroni della tappa di Cividale.
Uno per Pellizotti, l’altro per Gasparotto, ovviamente uno per sua maestà Nibali (affascinato dalle foto che lo ritraggono sulla salita di Porzûs tra due ali di folla) e ancora uno per Giovanni Visconti, l’alpino che nel 2010 donò la sua maglia tricolore alla Julia per ricordare l’alpino Sanna morto in missione di pace. «Peccato per il mio secondo posto a Cividale, anche dopo una caduta», spiega Visconti che sorride davanti alla foto dei cavalli finiti sul percorso nella discesa del Matajur.
Ci non si accontenterà di secondi posti è l’altro friulano Enrico Gasparotto. Ha vinto l’Amstel in marzo, ora il team gli chiede di provarci alla Liegi. Avrà carta bianca «È la corsa dei miei sogni, la preparerò alla grande - spiega il casarsese, 34 anni - con me poi ci sarà un giovane come Sonny Colbrelli: siamo amici, faremo grandi cose. Lo Squalo sarà fiero di noi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto