Galanda a Pistoia studia da manager

«Non ho tempo di badare al cambio da parquet a scrivania». «Do la mia esperienza alla A, mi occupo specie di giovanili»
20040817 - ATENE - GRECIA - SPR - ATENE 2004: BASKET; SERBIA E MONTENEGRO-ITALIA 74-72. L' italiano Giacomo Galanda (S) in azione contro il serbo Dejan Tomasevic, durante la partita di pallacanestro Italia-Serbia e Montenegro, oggi ad Atene. La Serbia e Montenegro ha battuto l'Italia per 74-72 (16-17, 36-36, 55-50) nella seconda partita del torneo olimpico di pallacanestro maschile. ELIO CASTORIA - ANSA - KRZ
20040817 - ATENE - GRECIA - SPR - ATENE 2004: BASKET; SERBIA E MONTENEGRO-ITALIA 74-72. L' italiano Giacomo Galanda (S) in azione contro il serbo Dejan Tomasevic, durante la partita di pallacanestro Italia-Serbia e Montenegro, oggi ad Atene. La Serbia e Montenegro ha battuto l'Italia per 74-72 (16-17, 36-36, 55-50) nella seconda partita del torneo olimpico di pallacanestro maschile. ELIO CASTORIA - ANSA - KRZ

UDINE. E’ Ufficiale Ordine al merito della Repubblica italiana quale vicecampione olimpico ad Atene 2004, dov’era nel quintetto ideale. Acme di una carriera cestistica che Giacomo Galanda, udinese del 30 gennaio 1975, ha chiuso nei play - off scudetto scorsi con Pistoia contro Milano. Azzurro 10 anni, dal 1997 al 2007, e capitano della Nazionale del ct Recalcati. Oro Europeo in Francia 1999, argento in Spagna 1997 e bronzo in Svezia 2003. Tre scudetti in tre squadre diverse: Varese 1999, Fortitudo Bologna 2000 e Siena 2004, sempre con Recalcati coach. Primi passi all’Ubc Udine. High school a Pocahontas (Iowa) nel 1992 - ’93 e, passato all’Apu, è salito ai vertici del basket italiano da Verona. Appese le scarpette al chiodo, è dall’altra parte della barricata.

Giacomo, come stai assorbendo il passaggio dal parquet alla scrivania?

Molto bene. Ho il mio ufficio, è tutto stabilito. La situazione è nuova, non guardo a quanto fatto, ma avanti: progetti, iniziative, eventi. La stagione è iniziata veloce, Pistoia vuole salire, passo passo, più in alto. Lavoriamo da 3 mesi, non ho tempo di pensare al passaggio. Sapevo che avrei giocato ancora un anno e sarei passato alla scrivania. Non ho rimpianti nè ripensamenti.

Che ruolo hai?

Consulente, promoter, dirigente a tutti gli effetti. Non è ben definito. La società è in crescita, l’ambiente familiare. Si lavora in modo professionale, ma in amicizia. Il club vuole diventare una realtà importante in A. Ora è anche un punto di riferimento in Toscana. Abbiamo il nostro pubblico, caldo e corretto, e un sistema non da poco, dove i ragazzi possono crescere nello sport e nella vita. Sono uno zio in una famiglia. Non sono gm, ma posso ricordarlo; sono organizzatore, supervisore. L’obiettivo è solidificare la società. Do la mia esperienza alla A, ma lavoro soprattutto sul settore giovanile. La solidità passa di necessità per i giovani, per la produzione di giocatori. La base è importante, il lavoro nelle scuole, sul territorio.

Tu quadro dirigente in A di basket a Pistoia, un tuo ex compagno di squadra all’Ubc direttore del Messaggero Veneto: Tommaso Cerno.

Mi ha fatto impressione vederlo su Sky. Abbiamo giocato a minibasket nella stessa squadra e alle elementari abbiamo fatto la primina assieme, a 5 anni.

Meglio il giornalista o il cestista?

Nel basket l’abbiamo lasciato dietro da un po’ di tempo...

Avete l’età del momento per dirigere, la stessa di Renzi.

L’età non so se ha senso valutarla. Per fortuna, faccio quel che mi piace. Anche se lavoro più di quando giocavo.

Boy scout, anche tu?

Sì, perché?

Come il nostro direttore, che ha anche la Smart come il premier.

No, io ho la 500 L Trekking.

Tu in A a Pistoia, B a Udine.

E’ più interessante dell’A2 Silver, che non ha futuro. Tanto che molti cestisti di qualità giocano in B. Purtroppo, nel basket tante squadre si sono perse, perché le aziende sponsor risentono della crisi economica. Tra queste Udine e Trieste ed è un peccato. In bocca al lupo per un ritorno a breve o più lungo termine, ponendo le basi per costruire come qui a Pistoia.

L’Apu ti voleva in Dnb.

Ringrazio per la proposta, ho apprezzato. Da friulano, non per snobismo e senza disprezzare alcuno, ho sempre pensato di chiudere da cestista professionista. E ho scelto il progetto di Pistoia, dove mi trovo bene.

Tornerai solo per giocare amatori con Cristiano Gallai?

Con l’alloggio siamo a posto, discutiamo del vitto. A Feletto conosco anche suo padre Sandro, Caruso, Salvio e Plaino. Per ora posso dare loro una mano in amicizia, anche se è nel nostro network collaborare con club giovanili. Quest’anno, però, facciamo la Dng U19, abbiamo l’Accademy, un gemellaggio con il Partizan Belgrado e si allena con noi il nipote di Divac.

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