Firmani, chi si rivede! Uno snaiderino a Roseto

UDINE. Chi non conosce a Udine Marino Firmani nel mondo del basket? Nessuno. Ha giocato nelle giovanili della Snaidero, per oltre dieci anni ha organizato i camp per i ragazzi, anche degli arancione,...
Di Antonio Simeoli

UDINE. Chi non conosce a Udine Marino Firmani nel mondo del basket? Nessuno. Ha giocato nelle giovanili della Snaidero, per oltre dieci anni ha organizato i camp per i ragazzi, anche degli arancione, ma pure per il Real Madrid e altre squadre. Al Carnera era di casa. Consulente aziendale e organizzatore di eventi (sua anche la griffe di tanti memorial Snaidero all’inizio del millennio), ora un dirigente del Roseto basket. E in più il figlio Simone, per il Messaggero Veneto racconta le gesta della squadra della sua città. Un bel guazzabuglio.

Firmani, che ci fa a Roseto?

«Lavoro qui da tre anni, dirigo un villaggio turistico a Tortoreto Lido. Poi qualche cena col professor Ettore Cianchetti, chirurgo notissimo e co-proprietario del Roseto, ed eccomi project manager del team».

Il suo ruolo?

«Accrescere l’immagine della squadra per calamitare sponsor».

Roseto poi è una piazza storica per il basket italiano...

«È incredibile la passione che si respira da queste parti, il palasport ha una capienza di 3.800 posti e regolarmente di spettatori ce ne sono oltre duemila. Il nostro pubblico è il sesto uomo in campo».

Nostro?

«Beh, io sono un dirigente del Roseto...ma sono di Udine quindi mi auguro sia una bella partita e vinca il migliore».

Roseto ha il capocannoniere del campionato...

«Fortissimo. Ironia della sorte si chiama Smith, come Charlie mio grande amico ai tempi della Snaidero e anche dopo. Ho pure organizzato un camp con lui protagonista».

È il più forte che ha visto a Udine?

«Sì, poi Joe Allen è stata la sopresa, Mc Daniels il più talentuos, Robert Fleischer detto Bob, nel biennio 1975-1977 il più efficace.

E sulla Gsa cosa dice?

«È la squadra della mia città, un team che ha riportato in alto la tradizione del basket. E poi friulani e abruzzesi sono molto simili, anche in una tragedia come il terremoto, come si vede anche in questi giorni, la laboriosità della gente qui è molto simile alla nostra».

@simeoli1972

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