E' il giorno dello Zoncolan e Quintana dice: «Me gusta mucho»

La maglia rosa: «Es un puerto terrible», ma ci tiene lasciare il segno. Aru: «Voglio farmi onore in Carnia con una grande prova»

INVIATO A CIMA GRAPPA. «Lo Zoncolan es un puerto terrible, me gusta mucho». Non serve tradurre. Il padrone del Giro d’Italia non è sazio. L’ha fatto capire subito dopo l’arrivo ieri sul monte Grappa.

Non si accontenterà di aver messo la firma sulla cronoscalata, dando al popolo del ciclismo ciò che il popolo del ciclismo chiedeva: un’impresa che scacciasse via non certo l’assolo di martedì sulla salita della val Martello, ma le polemiche per il precedente attacco nella discesa dello Stelvio.

«La gente chiedeva questa vittoria – ha spiegato Nairo Quintana – e io ho cercato di accontentarla vincendo sul mio terreno: la salita. Sapevo che questa era la mia tappa, che queste pendenze erano fatte al caso mio e allora ho corso a tutta per dedicare un trionfo alla mia famiglia arrivata giusto in tempo dalla Colombia».

E lo Zoncolan? «È una salita durissima, me l’ha raccontata il mio compagno di squadra Igor Anton, che l’ha domata 4 anni fa. Io, a causa della neve, a marzo non sono riuscito a provarla per intero, ma i primi chilometri che ho fatto mi sono bastati per capire perché quel “puerto” è entrato nella storia del ciclismo. Certo, se starò bene come sul Grappa e se la squadra riuscirà a controllare la corsa, proverò a lasciare un altro segno in questo Giro d’Italia».

Il giro in Friuli/ Liveblog
Placeholder

E Aru? È del 1990 come lei? «Sta correndo alla grande», ha detto il leader della generale parlando alla sala stampa in videoconferenza (nel Giro 2.0, quello con gli arrivi per pochi e le sale stampe a decine di chilometri del traguardo, che fanno storcere il naso a più di qualcuno, accade anche questo).

«Sarà il futuro nelle grandi corse a tappe spero con me. Ma attenzione, Contador, Nibali e Froome hanno qualche anno di più, ma sono duri da battere».

Stremato ma felice, Aru all’arrivo ha ringraziato tutti per i complimenti. «Sono andato a tutta – ha detto – ora sono sul podio, l’obiettivo è fare bene anche domani. Lo Zoncolan è una salita terribile, io voglio onorarla con un’altra grande prova».

Il ds Martinelli annuisce. Lui sullo Zoncolan ha già pilotato Simoni e Cunego, sa come si fa bene in Carnia. «E senza quella storiaccia delle safety-moto sullo Stelvio adesso magari saremmo qui a giocarci il Giro», ha detto.

Nell’Astana di Aru corre anche il friulano Enrico Gasparotto, che si coccola il campioncino e magari oggi si prepara a dargli una mano. «Proverò ad andare in fuga, chissà che gli serva un aiuto nel corso della tappa», ha detto. «Lottiamo per il podio, non solo per il terzo gradino, si può salire anche sul secondo».

Argomenti:giro d'italia

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto