Diritti tv, ecco la bufera che fa tremare il pallone

La Procura di Milano: turbative nell’asta e aiuti finanziari illeciti. Nel mirino Bogarelli (Infront), Preziosi (Genoa) e Lotito (Lazio)
Claudio Lotito ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Claudio Lotito ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Dalla padella alla brace. Dalla Norvegia alla Norvegia. Dalla polemiche per la sfilata di Claudio Lotito con la tuta dell’Italia all’ultimo atto delle euroqualificazioni: ma se all’andata il “giro di pista” del presidente della Lazio era stato quasi un riflesso folcloristico del calcio italiano, ieri la bufera sul pallone tra i tentacoli di Infront ha tenuto banco sulle tribune dell’Olimpico più delle giocate degli azzurri.

E – guarda un po’ – c’è anche Lotito tra i nomi dei “notabili” finiti nella bufera scatenata dall’indagine della Procura di Milano sui soldi dei diritti tv.

Anche se l’avvocato di Lotito, Gian Michele Gentile, ha negato alcun coinvolgomento: «Non abbiamo atti, comunicazioni, avvisi da nessuna parte», ha dichiarato commentando la notizia secondo cui il numero uno laziale sarebbe finito sotto inchiesta per «ostacolo all’attività di vigilanza» della Covisoc nell’ambito degli accertamenti su Infront.

È proprio il caso di dire la “tentacolare” Infront. «Purtroppo il calcio non è solo la palla che rotola ma anche scandali, indagini e vicende processuali. Questo ci amareggia», ma sottolineato ieri il presidente del Coni, Giovanni Malagò, entrando in tackle sull’argomento a margine della colazione con gli azzurri, «una bella idea del nostro premier Matteo Renzi che, non potendo venire allo stadio, ha pensato che sarebbe stato carino andare a trovare la squadra in ritiro e così ha avvisato il presidente Tavecchio».

Già, Carlo Tavecchio. Una creazione di Infront, secondo le voci di corridoio, visto che tra i “grandi elettori” ci sono proprio Lotito e Enrico Preziosi, il presidente del Genoa che, stando alle indagini, avrebbe beneficiato di un sostanzioso assegno della società di Marco Bogarelli (15 milioni) per far quadrare i conti del suo club.

Alcuni giorni fa il gran capo della Federcalcio sottolineò, annusando l’aria, che un’inchiesta sui diritti tv avrebbe rischiato di far saltare il tappo all’intera Serie A che si regge proprio su questi milioni.

Ieri Tavecchio non è ritornato sull’argomento, ci ha pensato il coreografico Massimo Ferrero a prendere la parola all’Olimpico, minacciando addirittura una serrata. Smessa la kefiah blucerchiata, il presidente della Samp è stato categorico: «Se succede qualcosa per qualsivoglia motivo da parte delle autorità competenti credo che il calcio si fermerà perché molte squadre vivono di diritti tv. L’inchiesta finirà in una bolla di sapone? Non lo so, ci sarà un dibattito in Lega».

L’impressione è che l’inchiesta abbia appena scoperchiato il “pentolone” sul fuoco del retrobottega del nostro football. «È importante che ci sia una magistratura che faccia il proprio mestiere: le regole ci sono e devono essere rispettate», ha dichiarato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, proprio all’Olimpico a proposito dell’indigine sui diritti tv.

Ieri sono stati definiti meglio i contorni delle indiscrezioni sull’operato della Procura di Milano. Infront Italy, per esempio, si è difesa sottolineando che a essere indagata «non è la società, ma alcuni manager del cui operato dimostrerà la correttezza»: nel mirino infatti ci sono, oltre al presidente Bogarelli, Giuseppe Ciocchetti e Andrea Locatelli.

Secondo i pm Roberto Pellicano, Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, Preziosi, Lotito e l’ex arbitro Gianluca Paparesta, presidente del Bari, avrebbero ostacolato l’attività della Covisoc: il club pugliese e il Genoa avrebbero infatti beneficiato di aiuti per iscriversi ai campionati con operazioni finanziarie anche strutturate all’estero riconducibili a Infront o a Tax and Finance, il cui socio Andrea Baroni è stato arrestato per riciclaggio in un altro filone dell’indagine, parallela a quella avviata su segnalazione dell’Antitrust in merito alla vendita dei diritti tv, altro “minestrone” cucinato da Infront, advisor della Lega Calcio.

I diretti protagonisti? Paparesta spiega che i soldi di Infront «sono a bilancio», Preziosi si dice «tranquillo», Lotito come sempre nega, ma intanto agli atti dell’inchiesta ci sarebbe anche la telefonata registrata dal dg dell’Ischia, Pino Iodice, in cui il presidente della Lazio diceva, tra le altre cose: «Io quando vado a vendere i diritti tv, che abbiamo portato a 1,2 miliardi sono riuscito a mettere d’accordo Sky e Mediaset». In poche parole, quello che l’Antitrust non digerisce.

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