Dilemma Madrid, Scuffet al bivio

Ieri Simone ha cominciato con la squadra il ritiro ad Arta, ma con tanti dubbi sul suo futuro
Arta Terme (Udine) 14 Luglio 2014. Udinese Calcio 2014-2015. udinese calcio primo allenamento ad Imponzo.Telefoto Copyright Agenzia Foto Petrussi
Arta Terme (Udine) 14 Luglio 2014. Udinese Calcio 2014-2015. udinese calcio primo allenamento ad Imponzo.Telefoto Copyright Agenzia Foto Petrussi

ARTA TERME. «Sembra più grande della sua età». Di Simone Scuffet un po’ tutti hanno sempre detto questo lo scorso anno quando esordì in serie A a 17 anni nel momento più delicato della stagione, con l’Udinese a tre punti dalla zona retrocessione.

Oggi di delicato c’è il momento che sta vivendo Simone. Si potrà obiettare: c’è di peggio nella vita. Certo, ma a 18 anni appena compiuti non è una passeggiata ritrovarsi già a un bivio così importante per la propria carriera: restare nella squadra della propria città anche per completare gli studi, come ha sottolineato la premurosa mamma Donatella, oppure fare le valigie e andare a Madrid?

Dilemma. La domanda se la sta ponendo il diretto interessato, ma pure la proprietà anche se la sensazione è che i Pozzo una risposta se la siano già data. L’offerta dell’Atletico Madrid è chiara: 5 milioni di euro subito e poi, in caso di cessione futura, metà dell’incasso all’Udinese. Insomma, se un giorno Simone sarà rivenduto a 20 milioni, in Friuli ne arriveranno 10. Totale? 15. Non male per un ragazzo di 18 anni.

Dubbio. Se Guidolin lo scorso anno si è salvato con sette giornate d’anticipo lo deve al coraggio di aver puntato su Scuffet (Brkic stava vivendo un momento difficile tra dicembre e gennaio, come hanno dimostrato i pesanti errori con Verona e Lazio) e alla ritrovata verve realizzativa di Di Natale.

Solo sul finire della stagione Simone ha dato qualche segno di cedimento: errore a Torino in occasione del gol di El Kaddouri e incertezza a Verona sul sinistro di Halfredsson.

La domanda che la proprietà si pone oggi è se sia il caso di partire con Scuffet titolare o se sia meglio cederlo. Il timore è quello di “bruciare” il ragazzo in caso di altri gol balordi subiti; farlo partire come secondo non è una soluzione considerata utile a nessuno, da qui l’idea della cessione.

Autogol. Ma sul piatto della bilancia bisogna mettere tutto. Dal punto di vista mediatico la vendita di Simone sarebbe un vero e proprio autogol. La sera della presentazione Simone è stato il più applaudito assieme a Di Natale, il tifoso friulano vede nella sua presenza in campo un motivo d’orgoglio.

Gino Pozzo, uno restio a sbilanciarsi, in una intervista di qualche mese fa al nostro giornale, all’indomani delle prime voci di mercato che davano i più grandi club europei interessati a Scuffet, disse: «È l’unico nostro giocatore fuori dal mercato, lasciamolo tranquillo, che cresca e maturi in pace». Patron Pozzo, dopo il rinnovo e l’adeguamento del contratto, parlò di bandiera bianconera. Come giustificare, dopo queste parole, la cessione?

Allenamento. Il diretto interessato, almeno apparentemente, vive con grande serenità il momento. Dopo l’ovazione di venerdì sera in piazza Libertà, ha staccato la spina e si è concesso un giorno e mezzo di relax a Lignano con la fidanzata.

Ieri si è allenato assieme agli altri portieri come se nulla fosse. Almeno in apparenza. Poi magari, dentro, c’è una foresta che brucia. Diciamolo: non sono giorni facili per il giovane Scuffet.

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