Di Rosa vuole la serie D, problemi per il Bottecchia

Il nuovo socio non si rassegna: «Il club non fallirà e ripartirà dall’Interregionale». Gli Amici della pista preoccupati: «Speriamo che non muoia il ciclismo in città»

Bruno Oliveti

Si avvicina il giorno dell’udienza di fronte al giudice Roberta Bolzoni per il Pordenone calcio, atteso martedì in tribunale con i professionisti che lo rappresentano. Intanto i tifosi stanno pian piano inghiottendo il boccone amaro e abituandosi all’idea di rivedere la loro squadra ripartire dai dilettanti, con tutta probabilità dalla categoria dell’Eccellenza.

Ma c’è chi a questa soluzione non si rassegna affatto. Si tratta di Marco La Rosa, l’imprenditore siciliano da poco entrato nella compagine sociale neroverde. «Sono sicuro – afferma – che sarà evitato il fallimento.

E che il Pordenone, pur avendo dovuto rinunciare al professionismo, ripartirà dalla serie D e punterà a un immediato ritorno in C. È vero che l’Interregionale è più onerosa rispetto all’Eccellenza, ma nulla a che vedere con gli investimenti che richiede il calcio professionistico. E poi per la D i tempi sono più dilatati, l’iscrizione si potrà perfezionare entro metà luglio, avremo modo di trovare i fondi necessari».

La perdita della serie C, dunque, non scoraggia la nuova figura avvicinatasi ai ramarri. «La rinuncia è stata dolorosa, ma necessaria e giusta. Io di certo non mi scoraggio – assicura – e rimango al fianco del presidente Lovisa, in che termini lo decideremo.

Sono molto fiducioso, convinto che la società ripartirà ambiziosa come sempre, la matricola rimarrà la stessa, il Pordenone calcio rimarà lo stesso».

Una volta stabilita la nuova categoria cui apparterrà il club, ci sarà da risolvere il “nodo” dell’impianto nel quale la prima squadra neroverde giocherà le sue gare casalinghe.

La possibilità di un ritorno nelo storico Bottecchia (che quest’anno ha ospitato le partite della formazione Primavera) ovviamente non rende felici gli Amici della pista, società ciclistica cittadina che ha ottenuto la gestione dello stadio-velodromo.

«È chiaro che questa nuova situazione – commenta il consigliere del sodalizio Bruno Battistella – impone una riflessione: se il Pn calcio torna al Bottecchia, che cosa sono stati spesi a fare i quasi 5 milioni di euro per il Tognon di Fontanafredda? Sarebbe stato meglio, magari, utilizzare i fondi per realizzare la copertura del velodromo, che chiediamo da tempo».

È ancora troppo presto per fare previsioni, ma l’impotesi è verosimile, anche se nell’impianto sono previsti lavori importanti nei prossimi mesi, alcuni dei quali da realizzare grazie ai fondi del Pnrr, come la ristrutturazione della palazzina della sede, dove dovrebbero trovare spazio quattro stanze che saranno adibite a foresteria per le squadre ospiti.

«Personalmente – conclude amaramente Battistella – spero che l’eventuale ritorno del calcio al Bottecchia non sia la mazzata finale sul ciclismo in città».

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