Dall’Udinese alle lacrime per l’Iran, la parabola di mister Stramaccioni

Una carriera che l’ha portato ad allenare a Teheran e ora è ai Mondiali con la Rai
Pietro Oleotto

Lo avevamo lasciato nel maggio del 2015, dopo una stagione troppo altalenante per quello che doveva essere il giovane erede di Francesco Guidolin, lo ritroviamo adesso in Qatar per farci appassionare alle geste delle nazionali più improbabili – direbbero anche i bookmakers – del Mondiale.

Andrea Stramaccioni è la nuova voce della Rai, ingaggiato per arricchire con i suoi appunti tecnici il lavoro del telecronista di turno, spesso Dario Di Gennaro, omonimo dell’ex giocatore del Verona scudettato ora “spalla” anche per le partite della nostra Nazionale, la grande assente anche a questa edizione della Coppa del mondo.

Il Di Gennaro telecronista arriva dalla pallanuoto e in questa prima fase qatariota è salito alla ribalta soprattutto per la “filastrocca” coreana (del Sud): «Kim, Kim, Kim, Kim, Kim, Yun, Wan, Na, Son, Lin e Wan».

Testuale, non andate a vedere se la pronuncia corrisponde alla grafia di Seul, l’importante è che siano undici titolari, tra cui c’è anche il difensore del Napoli, uno dei Kim: sono quelli che hanno pareggiato senza segnare con l’Uruguay.

“Strama”, invece, sta diventando la voce cult del calcio del Medioriente e dintorni. Ha cominciato favorito dagli dei del calcio che hanno fatto inciampare l’Argentina sull’Arabia Saudita.

Lui, però, ci ha messo del suo, rendendo tambureggiante anche la difesa strenua dei sudditi di Re Salman che – non a caso – il giorno dopo ha fatto partire la festa nazionale. Comprensibile, non era facile pronosticare la vittoria all’esordio contro Messi.

E anche la telecronaca Rai, di solito placida, con uno Stramaccioni debordante è diventata Italia-Inghilterra, quella di Fantozzi. Ricordate? «Tiro, nuca di McKinley, tibia di Savoldi, naso di Antognoni, nuca del portiere inglese, naso di McKinley, tibia di Benetti, nuca, naso… Tiro pauroso. Palo».

D’altra parte Stramaccioni, tra l’’avventura di un anno con l’Udinese e questo Mondiale ha vissuto una carriera lontano dai riflettori italiani e negli ultimi tempi proprio da quelle parti.

Prima in Grecia con il Panathinaikos, poi a Praga con lo Sparta, quindi a Teheran con l’Esteghlal, fino all’ultimo incarico proprio a Doha con l’Al Gharafa.

E proprio per il proprio passato iraniano – tra l’altro segnato con un finale burrascoso, con tanto di passaporto ritirato dalle autorità per aver polemizzato con la dirigenza del club –, Stramaccioni ha commentato con grande trasporto l’impresa dell’Iran contro il Galles e ora è diventato l’idolo dei social per un video “rubato” a fine partita, quando interpellato da un collega ha fatto segno di aver pianto dalla commozione sull’uno-due in pieno recupero firmato da Cheshmi e Rezaian.

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