Dallo striscione rubato all’assalto napoletano del 2010

Storie di una contrapposizione tra tifosi che negli ultimi anni è diventata ancora più accesa

UDINE. Quando arriva il Ciuccio non è mai una gara come le altre. In molti, specialmente tra i più giovani, ricollegano il tutto agli scontri del febbraio 2010 quando «un gruppetto di delinquenti» – come li definì l’allora vicequestore vicario di Udine Carlo Cracovia – provenienti dalla Campania assalì i tifosi dell’Udinese prima del match del Friuli scatenando un putiferio e la reazione degli stessi ultras di casa. Le cronache riportano come conta finale sette feriti – tra cui tre poliziotti – una trentina di indagati sui due fronti con otto arresti tra gli ultras napoletani che un paio d'anni dopo tentarono un nuovo raid terminato questa volta, fortunatamente, soltanto con danni materiali (un paio di vetri rotti) e nessuna lesione.

In realtà, invece, sembra che i motivi di “rancore” risiedano in un miscelato insieme di sociologia e storia del tifo organizzato. C’è chi dice, infatti, che la rivalità nasca dal modo spesso molto diverso con cui friulani e napoletani concepiscono la quotidianità e chi, invece, riavvolge i nastri della memoria sino a qualche stagione prima degli scontri del Friuli.

Pare, infatti, che la gran parte dell’acredine ponga le radici in un assalto compiuto da una minoranza di supporters del Napoli a un furgoncino di friulani incontrato casualmente in autogrill prima del ritorno dei partenopei in A (dopo il fallimento), mentre i due gruppi stavano ritornando dai match in trasferta delle rispettive squadre. In quell’occasione venne rubato uno striscione di uno dei gruppi storici della tifoseria udinese che, la domenica successiva, i napoletani esposero in bella mostra in Curva B come feticcio. Un gesto che avrebbe irritato – e non poco – gli ultras bianconeri. Qualcuno, poi, collegò l’agguato partenopeo del 2010 a questo episodio, ma da diversi ambienti filtra più una motivazione che legherebbe i fatti del Friuli a una questione tutta interna – di prove di forza e dimostrazioni di appartenenza – della curva napoletana. Prove vere e proprie, in ogni caso, non ce ne sono. Se non la certezza che domenica sera una vittoria dell’Udinese verrebbe festeggiata più che in altre occasioni.

Mattia Pertoldi

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