Ciclismo, Jonathan Milan "costruisce" nella sua Buja il futuro
Il campione sta rifinendo nel suo Friuli la preparazione. Tra 14 giorni c’è il primo Tour, ma prima il tricolore a Gorizia

Pogacar e Vingegaard, dopo il Giro del Delfinato, sono tornati in altura a rifinire la preparazione in vista del duello annunciato al Tour de France, i belgi Jasper Philipsen e Tim Merlier i due rivali per eccellenza negli sprint della Grande Boucle rifiniscono la condizione con una breve corsa a tappe in Belgio, e vincono le volate.
Lui? L’italiano più atteso in Francia tra due settimane, invece, si allena in Friuli. È rimasto a casa Jonathan Milan nella sua Buja, tra l’affetto della famiglia e i percorsi di allenamento che faceva da bimbo sognando magari un giorno di andare al Tour de France e vincere una volata.
Chissà davvero se il 24enne della Lidl Trek di vincere una tappa in Francia l’ha un giorno sognato. Di solito, per i corridori italiani, il sogno ricorrente è quello di vincere una frazione, ma al Giro d’Italia.
Poco importa. Il piano è chiaro: allenarsi simulando le tappe in Francia, sfidando il caldo opprimente partendo magari da casa alle 11 del mattino per inanellare chilometri e chilometri e metri di dislivello.
Con la salita del cuore Chialminis che diventa una simulazione del Peyresourde da scalare nella calura dei Pirenei nella seconda settimana della Grande Boucle. Insomma, in Friuli Milan prepara il mese più importante della sua stagione. Da sprinter di livello mondiale – anche al Giro del Delfinato corsa infarcita di salite e metri di dislivello, ha timbrato il cartellino nella seconda tappa, a re degli sprinter il passo è breve e lungo allo stesso tempo.
Perchè c’è un Tour de France di mezzo, la madre di tutte le corse dove si disputano le madri di tutte le volate, con tutto il rispetto di quelle del Giro d’Italia, dove Jonny, nel 2023 e 2024, ha vinto 4 tappe e due maglie ciclamino dellalclassifica a punti.
A Lilla, prima tappa del Tour e volata nemmeno quotata da quanto è sicura visto il percorso e la fame delle squadre degli sprinter, mancano 14 giorni. Là ci sarà in palio pure la prima maglia gialla. Poi, comunque vada, non tanto a Boulogne sur Mer fra due domeniche, ma a Dunquerke il giorno Milan ci potrà riprovare. Poi altre 4-5 occasioni buone per i velocisti. Non forse l’ultima, la tradizionale passerella a Parigi. Gli organizzatori, per celebrare i 50 anni dal primo finale del Tour ai Campi Elisi (vinse Theuvenet che batté nientemeno che Merckx, con Francesco Moser che fu prima maglia gialla nel prologo di Charleroi battendo proprio il Cannibale, corsi e ricorsi storici...), hanno piazzato tre passaggi sulla collina di Montmartre, quindi lo sprint non sarà certo.
Fermi tutti, però, prima del Tour, un altro crocevia della precoce carriera del friulano: il campionato italiano di Gorizia domenica prossima.
Per tutti il favorito è lui, anche perché i tre passaggi sul San Floriano sopra Gorizia nel circuito finale sono abbordabili per un corridore che ha la gamba pronta per il Tour.
Ma c’è una variabile, che potrebbe risultare decisiva. La Lidl Trek è uno squadrone, vero, con però pochi italiani. Jacopo Mosca o Andrea Bagioli, bravissimi, basteranno a evitare che sul ragazzone di Buja si scateni un fuoco incrociato di attacchi prima dell’arrivo in Piazza della Vittoria?
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