Dalle ingiurie ai carabinieri alle squillo in Brasile

UDINE. Sembra proprio non riuscire a stare lontano dai guai Pablo Estifer Armero. I primi segnali – piuttosto gravi – di questa sua tendenza a ficcarsi in mezzo ai problemi si sono avuti durante la notte del 21 dicembre 2011, quando è stato inseguito e fermato da una pattuglia di carabinieri, con seguito di insulti, frasi ingiuriose e tentativi vari di intimidire i militari.
Inevitabile a quel punto è stata la denuncia per oltraggio e minacce a pubblico ufficiale. Con lui su un’auto di grossa cilindrata, che è stata poi sequestrata, viaggiava una giovane romena, che si è avvicinata ai carabinieri facendo intendere che sarebbe stata pronta a offrire 50 euro a testa “per sistemare lì le cose”.
Nel 2014, il giocatore colombiano, in quel periodo in forza al Milan, è stato quindi condannato dal giudice penale a versare 34 mila euro e da quello civile a risarcire i due carabinieri con 8 mila 500 euro ciascuno.
Ma non è finita qui. Nel mese di ottobre del 2015, arrivò notizia dal Brasile di una lite famigliare: questa volta ad aver avuto la peggio era stato proprio il calciatore, allora al Flamengo. Armero, da quanto riportato dalla stampa brasiliana, era stato preso a bastonate dalla moglie.
La donna, forse rincasata prima del previsto assieme al padre e ai figli, avrebbe trovato il marito in compagnia di due squillo. Il parapiglia che ne scaturì dev’essere stato particolarmente violento, tanto che i vicini chiamarono la polizia.
Il giorno successivo alla notizia apparsa sul Diario de Sao Paulo (che riportava fatti accaduti a settembre), Armero e la moglie hanno smentito tutto attraverso un video su Instagram, che li ritraeva sereni e innamorati.
L'ultimo caso che lo ha visto coinvolto è stato registrato un mese fa, quando il giocatore avrebbe preso parte a una “notte brava” in una discoteca di Udine. Fatto anche questa volta ridimensionato e negato dallo stesso giocatore.
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