Colantuono, fermare la capolista Roma è uno scherzo di cuore

Tifoso giallorosso, il tecnico bianconero va a caccia di punti: «I miei sono tutti romanisti, io però sono un professionista»
Udinese's miedfielder Francesco Lodi celkebrates with his teammates after scoring the first goal of the Italian Serie A soccer match between Udinese Calcio and Frosinone Calcio at Friuli Stadium in Udine, 25 October 2015. ANSA/ LANCIA
Udinese's miedfielder Francesco Lodi celkebrates with his teammates after scoring the first goal of the Italian Serie A soccer match between Udinese Calcio and Frosinone Calcio at Friuli Stadium in Udine, 25 October 2015. ANSA/ LANCIA

UDINE. L’ha confessato, ricordando gli anni spensierati vissuti da ragazzino, tra via Tuscolana e Anzio: la sua canzone preferita era il Torero Camomillo e lo spirito per affrontare domani la capolista Roma nella Arena dell’Olimpico con l’Udinese dovrà essere per Stefano Colantuono proprio quello del toreador.

La squadra di Garcia è una macchina da gol, magari concede qualcosa a livello di concentrazione, non avrà gli squalificati De Rossi e Salah, ma è adesso la candidata principale alla prima fuga per lo scudetto.

Non poco per un’Udinese ancora alla ricerca degli equilibri tattici azzeccati, anche se in trasferta – bisogna riconoscerlo – grazie alla disciplina tattica del proprio tecnico e al carattere, è riuscita a mettersi in tasca, finora, 7 punti sui 12 in palio. E con questo che Colantuono si appresta a sfidare anche i ricordi.

Scherzo di cuore. «Lo dico tranquillamente che la Roma è la squadra della mia famiglia, sono tutti romanisti, io però sono un professionista». Parole e musica di Stefano Colantuono, mandate in onda prima di un Atalanta-Roma, partita particolarmente attesa dalla tifoseria orobica. Per questo – raccontano da Bèrghem –, il Cola non ha mai amato ricamare sulla propria passione giallorossa.

I flashback, tuttavia, non mancano, considerando che l’attuale tecnico bianconero non è un novellino della panchina e che gli incroci con la squadra del cuore sono già tanti. Fresco 53enne, Colantuono da ragazzino ha abitato in via Tuscolana, l’arteria che collega la zona dei Castelli Romani, con la capitale, passando per Cinecittà e arrivando a fino a San Giovanni, in quartiere – coincidenza – dell’ex tecnico dell’Udinese, Andrea Stramaccioni.

Figlio di Giuseppina ed Ennio, di professione fornaio, ben presto si spostato ad Anzio proprio per agevolare l’attività lavorativa del padre. Là nasce la sorella Cristina, mentre il Cola cresce “grottarolo”. Perché Anzio è famosa soprattutto per le grotte di Nerone.

Il suo calcio. E da lì il ragazzino Stefano, in compagnia del padre, parte ogni domenica destinazione Olimpico, quando la “maggica” gioca in casa. Sono gli anni del Torero Camomillo allo Zecchino d’oro, del libro I ragazzi della via Paal (quello preferito, ha svelato), della pallanuoto, oltre al football, perché il giovane Cola ha confessato pure: «L’acqua è il mio elemento naturale, d’estate ci stavo ore e ore». Della carriera ha parlato invece la cugina Delia: «Sognava di fare del calcio un lavoro.

E c’è riuscito, perché è uno che quando vuole una cosa la ottiene». Andava ad allenarsi a Velletri. E i colori giallorossi sono rimasti solo un pensiero da tifoso. Da professionista non ha mai giocato nella capitale. O meglio: non ha mai giocato nel calcio undici contro undici a Roma, visto che in una parentesi della sua carriera, vinse uno scudetto con la BNL a “calcetto”: era la stagione 1991-’92.

Da allenatore. Il Cola si presenterà domani all’Olimpico con tutto questo “carico” di ricordi. Ai quali bisogna aggiungere gli incroci con i colori giallorossi da quando siede su una panchina.

La Roma l’ha sfidata già 11 volte, ricavandone due successi e un pareggio. Non ha mai fatto punti alle pendici del Monte Mario. Chissà se questa sarà la volta buona.

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