Ciclismo, Gasparotto ora è svizzero: «Ma sarò sempre friulano»

L’ex tricolore e azzurro per amore della sua Anna abita a Lugano da dieci anni. «Traditore? Non scherziamo. E non l’ho fatto soltanto per correre le Olimpiadi»

UDINE. Una scelta che farà discutere perché chi la fa è un ex campione d’Italia di ciclismo e che nel 2016 ai Campionati Europei ha pure indossato la maglia azzurra.

Una scelta che va spiegata bene, perché allora forse così farà discutere meno. I rumors erano nell’aria da tempo, ieri qualcuno dal Tour de France ha fatto uscire le prime indiscrezioni: Enrico Gasparotto, il casarsese di 37 anni, ex campione d’Italia, vincitore di due Amstel Gold Race, ha ottenuto la cittadinanza svizzera.

Questione di giorni e avrà il passaporto rosso crociato oltre a quello italiano. Per le regole dell’Unione ciclistica internazionale, tirando le somme, nella stagione 2020, che lui correrà ancora con la Dimension Data, che si chiamerà NTT, potrebbe correre Mondiali e Olimpiadi con la maglia della Svizzera.

Un tradimento dell’Italia e della maglia azzurra?

Gasparotto non ci sta. «Macché tradimento - spiega da Livigno appena ultimato l’allenamento in altura in visat del Giro di Polonia - avevo avanzato la richiesta di cittadinanza un anno e mezzo fa.

La mia vita è in Svizzera da più di 10 anni, ho sposato Anna, svizzera con anche passaporto polacco, abitiamo a Lugano da 10 anni. Il mio futuro sarà in Svizzera, i miei figli cresceranno qui. Credo sia giusto allora partecipare anche alla vita civile della Svizzera, votare ai tanti referendum che qui vengono proposti.

Avrò il doppio passaporto, non rinnego l’Italia, né tantomeno il mio Friuli, terra cui sono legatissimo. E da cui sono partito per questa grande avventura».

Molti colleghi di Gasparotto, così come tanti altri sportivi, scelgono da anni Lugano per i bei percorsi di allenamento, il clima mite, e soprattutto il fisco più clemente.

“Gaspa” sorride: «Per me questo non vale, i grandi sportivi che hanno la moglie a carico raggiungono un accordo con il fisco svizzero, mia moglie lavora, io pago le tasse come tutti gli svizzeri, altro che facilitazioni fiscali».

Resta la questione sportiva, spinosa. Gasparotto ha vestito la maglia tricolore, sulla maglia, come tutti gli ex campioni d’Italia, porta ancora il tricolore sulle maniche della divisa da gara. Ha vestito l’azzurro. «Una sola volta», spiega con un certo rammarico.

«Ma calma - precisa il 37enne corridore friulano - la mia decisione non ha nulla a che fare con il difficile rapporto con la maglia azzurra. E poi per le Olimpiadi in Svizzera ci sono tre posti, uno già occupato da forte cronoman Kung. Per i Mondiali, duri e proprio in Svizzera, i posti saranno 5. Insomma, sarà dura conquistare una maglia rosso crociata

L’Italia vista da uno svizzero? “Gaspa” scatta, come sul Cauberg la salita della sua carriera: «È un grande paese con potenzialità enormi, vedi il turismo, che non riesce a sfruttare. All’estero la si vede così, è molto triste». Allora: “Gaspa” svizzero e poi italiano? «Svizzero e poi friulano, grazie». —


 

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