Cardoso non si svincola, l’Udinese guarda altrove

UDINE. Fiumi di parole, come avrebbero detto i Jalisse. Fiumi di parole per nulla, perché Miguel Cardoso non ha ancora risolto il proprio contratto con il Rio Ave. Un ostacolo non da poco per una società come l’Udinese che aveva accarezzato l’idea di affidare l’incarico del dopo Igor Tudor al quello che è stato il vice di Paulo Fonseca allo Shakhtar, ma che adesso è costretta di nuovo a scrutare l’orizzonte per ingaggiare il tecnico dell’auspicato rilancio.
Ma andiamo per ordine: fino a un paio di giorni fa l’allenatore lusitano, una sorta di novello José Mourinho che attirava l’attenzione di Gino Pozzo per il suo spumeggiante 4-2-3-1 (col quale aveva guadagnato il quinto posto nella Liga Nos e il passaporto per l’Europa League), era praticamente il candidato numero uno per la panchina bianconera.
Con tanto di incontro milanese, giovedì sera, per benedire il futuro matrimonio, sostenevano i media che di solito sguazzano tra le onde del calciomercato. Un particolare che qui, a Udine, non quadrava ma non era fondamentale per lo scenario.
Pozzo in effetti non si era incontrato a Milano con Cardoso (il contatto risale a qualche tempo prima) e lo stesso tecnico l’ha sottolineato per descrivere la propria situazione. «Non ho un accordo con l’Udinese, non ero a Milano. Non ho accordi con altri club», il sunto delle dichiarazioni di Cardoso in Portogallo, parole dalle quali, tra le righe, si possono comprendere molti dettagli di un accordo sfumato.
Il 46enne lusitano non ha ancora rescisso il proprio contratto con il Rio Ave del presidente António Silva Campos che ha sbandierato, da parte sua, un accordo firmato un anno fa senza clausole per svincolare l’allenatore.
Altro che 200 mila euro come si diceva nelle scorse settimane. Lo stesso massimo dirigente del club di Vila do Conde ha fatto capire, poi, che Cardoso vorrebbe andarsene, ma per ora nessuna mossa. Nessun club che abbia manifestato l’intenzione di prendersi il tecnico parlando con il Rio Ave: nè il Nantes per sostituire Claudio Ranieri, nè il Lille del presidente Gerard Lopez, nè (tantomeno) l’Udinese.
Insomma, potrebbe essere un affare difficile da sbloccare, versando tra l’altro molto più dei già citati 200 mila euro. L’Udinese invece ha fretta di chiudere, ha scelto il proprio direttore sportivo – o meglio responsabile dell’area tecnica – individuandolo nella figura di Daniele Pradè e adesso si guarderà attorno per scegliere un altro allenatore.
Non sarà italiano, questo è l’unico “comandamento” impartito dalla stanza dei bottoni. Pozzo vuole ingaggiare un mister capace di dare una svolta all’Udinese anche sotto il profilo delle idee tattiche. Un salto nel vuoto? Le novità fanno sempre paura. Ma, d’altra parte, da queste parti non ci sono “rampanti” in sala d’attesa: da Rolando Maran (vicino al Cagliari), a Cesare Prandelli, a Roberto Donadoni (silurato dal Bologna), i profili dei tecnici sul mercato richiamano la vecchia scuola.
Non resta che attendere il prossimo passo verso il “nome nuovo”, allora, presumibilmente nei primi tre giorni della prossima settimana, quando si saprà se anche Pradè riuscirà a raggiungere Udine prima della scadenza del suo contratto alla Samp: deve avere il via libera dal presidente Massimo Ferrero.
Poi la società farà la conta dei giocatori chiuderà la rete delle trattative. Tra le maglie nelle ultime ore si è impigliato il greco Konstantinos Tsimikas, 22 anni, esterno sinistro che ha giocato in Olanda nel Willem II (33 gare, 3 gol e altrettanti assist) ma è di proprietà dell’Olympiacos. Piace anche all’Espanyol, ma è anche un prospetto da Udinese.
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