Buzzi e la voglia di tornare: «Sarò sulle piste a giugno»

Emanuele Buzzi, il discesita più forte della storia dello sci alpino friulano è impegnatissimo in questo periodo nella riabilitazione per tornare al massimo della forma il prossimo inverno. Buzzi si era procurato la frattura del piatto tibiale con l’interessamento del legamento crociato posteriore del ginocchio destro nella caduta al termine della discesa di Wengen, dopo aver segnato il 6° tempo in quella che è ritenuta una delle gare mitiche di Coppa del mondo.
Un infortunio accaduto il 19 gennaio, che ha impedito al 24enne carabiniere di Sappada di realizzare il sogno di essere protagonista ai Campionati del mondo di Are, in Svezia, dove avrebbe potuto anche aspirare al podio. Dal 23 gennaio, dunque, giorno in cui è stato sottoposto a un intervento chirurgico nella clinica La Madonnina di Milano per la riduzione della frattura, eseguito dal dottor Andrea Panzeri della commissione medica della Fisi, Emanuele Buzzi sta seguendo con paziente disponibilità ogni indirizzo dei medici per raggiungere quanto prima l’obiettivo di tornare sugli sci. «La mia speranza è che tutto prosegua al meglio – ha detto – e di poter ritornare a sciare con i compagni della Nazionale nel mese di giugno». «Non ho fretta – aggiunge –, ma cercherò di fare ogni cosa a puntino per ritornare competitivo come prima dell’infortunio».
Una lotta contro il tempo, la stessa che lo aveva impegnato nella primavera dell’anno scorso e proprio per un analogo infortunio al piatto tibiale, occorsogli a fine stagione 2017-18. Da più di un mese, avuto l’ok dei sanitari, l’atleta sta facendo la spola fra Sappada e Udine, dove si sottopone giornalmente alle sedute nel centro di riabilitazione del suo preparatore atletico, Luigino Sepulcri. «Sono sedute pomeridiane di due ore e mezza – spiega Buzzi –, precedute da quelle svolte in acqua al mattino nella piscina del Tomadini. Chiaramente conto di eliminare quanto prima le stampelle». Un passo fondamentale per tornare prima di tutto autonomo in movimenti e spostamenti. «La decisione su quando potrò fare a meno di questo ausilio potrà essere presa fra una decina di giorni – chiarisce –, se l’esito dei controlli cui sarò sottoposto a Milano saranno confortanti. Ovviamente spero che arrivi l’ok del dottor Panzeri, perché riprendendo a camminare potrò accelerare anche la riabilitazione che sto svolgendo al meglio con il mio preparatore Sepulcri». —
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