Bufera doping nell’atletica, tra i sospettati anche sei italiani

Pugno duro contro chi ha fatto uso di doping, al fine di alterare le proprie prestazioni e conquistare successi, record, soldi, che fanno rima con contratti per le sponsorizzazioni e la relativa,...

Pugno duro contro chi ha fatto uso di doping, al fine di alterare le proprie prestazioni e conquistare successi, record, soldi, che fanno rima con contratti per le sponsorizzazioni e la relativa, immancabile celebrità. Il Cio, per bocca del suo presidente Thomas Bach, scende in campo e prende posizione contro chi ha bluffato, pur di salire su un podio olimpico o iridato. Bach, nella conferenza stampa conclusiva della 128ª sessione del Comitato internazionale olimpico (Cio), dal palco della sala riunioni del Convention centre di Kuala Lumpur, è stato chiaro e preciso. Netto. Ha ribadito che «non verranno fatti sconti ai medagliati» che possono avere artefatto i propri risultati. Bach ha inoltre sottolineato che «tocca all’Agenzia mondiale antidoping (Wada) indagare sulle accuse», per «fare chiarezza» e spazzare via «i sospetti» che si sono addensati - come nuvole minacciose - su un terzo delle medaglie conquistare alle Olimpiadi e ai Mondiali di atletica leggera in un periodo piuttosto lungo, compreso fra il 2001 e il 2012. Un’inchiesta giornalistica del network tedesco Ard tv e del quotidiano londinese Sunday Times ha rivelato concreti sospetti su 12 mila campioni di sangue di 5 mila atleti, contenuti in un database della Iaaf, la Federazione mondiale di atletica leggera. «Se dovessero emergere casi di positività alle Olimpiadi (nel mirino i Giochi 2004, ad Atene; quelli del 2008, a Pechino, e del 2012, a Londra, ndr), il Cio potrà solo agire con la tolleranza zero», ha detto Bach. Secondo l'inchiesta, nel sangue di numerosi atleti, che gareggiavano in discipline di fondo (maratona) e mezzofondo (800 metri), sono stati riscontrati valori sospetti, almeno secondo i parametri della Wada. Sotto accusa la conquista di 146 medaglie – 55 delle quali d’oro – valide per le Olimpiadi e i Mondiali. E nella lista degli atleti sospettati di aver fatto uso di sostanze dopanti dal 2001 al 2012 risultano anche sei sportivi italiani, dei quali però al momento non si conoscono i nomi. Il mito Sebastian Coe, candidato forte per la prossima presidenza della Iaaf, ha invitato gli attuali vertici dell’atletica mondiale a «prendere in considerazione e molto seriamente il materiale raccolto e diffuso dai media tedeschi e britannici».

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