Bjedov analizza le prime uscite dell’Apu: «È mancata un po’ di pazienza»
Bjedov, storico vice di Djordjevic, sul momento no di Udine. «La frenesia è cattiva consigliera. Il derby? Apertissimo»

Pazienza e buona salute. Sono questi i fattori che aiuteranno l’Apu Old Wild West a mettere le mani sui primi due punti in serie A e scacciare lo zero in classifica secondo Goran Bjedov. Il tecnico croato, storico braccio destro di Sasha Djordjevic e una carriera sulle panchine di Snaidero, Benetton, Panathinaikos, Bayern, Virtus, Fenerbahce e Nazionale cinese, ha assistito alle due gare casalinghe di Alibegovic e compagni e ci aiuta ad analizzare il momento dei bianconeri.
Bjedov, che impressioni ha ricavato dalle partite dell’Apu contro Virtus e Brescia?
«Udine ha dimostrato in tutte e due le gare di potersela giocare, è rimasta sempre in partita. Non è facile, però, quando non sei al completo. Mi sento di dire che domenica in certi momenti ha avuto troppa foga: squadre come Brescia in situazioni simili ti puniscono subito. La cosa è comprensibile perché stai debuttando in serie A, giochi in casa in un palasport pieno e l’emozione prende il sopravvento. Aggiungo una cosa: se rigiocano dieci volte gli ultimi trenta secondi della partita contro la Virtus, l’Apu vince dieci volte».

Cosa è mancato finora all’Apu?
«In primis di essere al completo, perché quando c’è qualche assenza bisogna adattare giocatori nelle rotazioni, vedi Brewton da play contro Bologna. In secondo luogo dico che è una questione di dettagli: con la Virtus era praticamente vinta, contro Brescia è mancato un po’ di pazienza e un terzo giocatore oltre a Alibegovic e Hickey a dare opzioni offensive»
Come giudica i nuovi innesti estivi?
«Per dare un giudizio bisognerebbe prima vederli giocare tutti assieme, cosa che non è ancora accaduta. A ogni modo Dawkins è uno che sa giocare a basket, Brewton è molto bravo nell’uno contro uno, Bendzius lo conosciamo bene, è un grande tiratore, ha solo bisogno di qualcuno che gli crei il tiro. Spencer e Mekowulu sono buoni difensori d’area, Calzavara ha dimostrato di valere la categoria».
Il rientro di Hickey le è piaciuto?
«Sì, ha iniziato benissimo, forse a un certo punto si è fatto prendere dalla frenesia per la voglia di strafare. Anche questa, però, è una cosa comprensibile: è stato fuori due settimane, era la sua prima in serie A e voleva dimostrare di essere all’altezza».
Secondo lei Udine si salverà?
«Sì, a giudicare da quello che ho visto. Non è il caso di fare drammi per le sconfitte contro le due finaliste playoff dell’anno scorso, e Reggio Emilia è un campo difficile. Del resto si sapeva che il calendario iniziale era molto difficile. Bisogna avere tempo e pazienza, anche perché ci vuole l’amalgama in una squadra fortemente rinnovata».
Che derby si aspetta domenica a Trieste?
«Difficile fare previsioni. Un derby è sempre un derby, una partita che sfugge ai pronostici. Una cosa è certa, sarà uno spettacolo per la pallacanestro».
Ha destato stupore la vittoria della Vanoli a Bologna dopo essere stata avanti anche di 30 punti. Ritiene che con l’Eurolega formato maxi dovremo abituarsi a vedere certi risultati a sorpresa?
«Sì, vedi anche la vittoria di Tortona a Milano. Col doppio turno infrasettimanale di Eurolega è dura in campionato: la Virtus aveva vinto contro Monaco e a Lione contro Cremona si è ritrovata a corto di energie fisiche ed emotive ».
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