Bettarini sul derby tra Apu e Gesteco: «Cividale è stata la rivelazione, Udine è da serie superiore»

L’ex giocatore detiene il record in serie A nella percentuale del tiro da tre (52.7%) davanti a mostri del calibro di Komazec, Oscar e Dalipagic: «Sarà uno spot per il nostro basket, sono due società che lavorano bene»

Massimo Meroi
Lorenzo Bettarini è nato a Udine il 4 settembre del 1956 ©Foto Petrussi
Lorenzo Bettarini è nato a Udine il 4 settembre del 1956 ©Foto Petrussi

UDINE. Un derby friulano giocato in anticipo da una bandiera del basket di casa nostra: Lorenzo Bettarini, classe ’56, il giocatore che detiene tuttora il record in serie A nella percentuale del tiro da tre (52.7%) davanti a mostri del calibro di Komazec, Oscar e Dalipagic.

Bettarini, lunedì sera scatta la serie dei quarti di finale dei play-off tra Udine e Cividale: uno spot per il basket locale o era meglio evitare?

«Va benissimo così, sarà una bella sfida che va a premiare il lavoro delle società e di due squadre molto bene allenate».

Tra Pillastrini e Finetti sarà anche una sfida generazionale.

«Sono stato vice del “Pilla” alla Snaidero. Stefano riesce sempre a preparare con grande lucidità il piano partita e pur dando grande tranquillità alle sue squadre, queste non sono mai spente».

E Finetti?

«Nonostante la giovane età ha una grande conoscenza della pallacanestro, ha preso in mano la squadra più difficile, ma ha saputo gestire bene il cambio. Non ha snaturato le caratteristiche del gruppo, ma ora Udine in attacco è cresciuta. Ho visto dal vivo la gara con l’Urania e sono tornato indietro nel tempo quando la a Gedeco di Lajos Toth vinceva le partite 120-110 e il pubblico si spellava le mani».

Il fattore campo peserà? E il fatto di non dover fare viaggi lunghi sarà un vantaggio per chi arriverà in semifinale?

«Vediamola con gli occhi di Udine: un derby farà comunque disperdere molte energie mentali. Riuscire a gestirle sarà importante, una sorta di allenamento per il turno successivo».

Chi vincerà il derby presumibilmente affronterà Forlì, testa di serie nº 1 di questi play-off. Pronostico chiuso?

«Come ha dimostrato domenica scorsa Torino, nessuno vuole incontrare Udine nei play-off».

Emanuel Terry con Isaiah Briscoe al Carnera
Emanuel Terry con Isaiah Briscoe al Carnera

Però l’Apu non può prendere 33 punti in un solo quarto. Da qui in avanti deve stringere le maglie in difesa.

«Sì, qualcosa deve migliorare, anche perché ci sono alcuni giocatori, Briscoe in testa, che tendono a celebrarsi un po’ troppo dopo ogni canestro fatto. Va bene essere belli, ma bisogna anche essere più concentrati».

Cosa ci può dire di Terry, l’ultimo acquisto del presidente Pedone?

«Innanzitutto un’operazione del genere non la fai se non punti in alto. In secondo luogo è l’uomo giusto per Udine, un bell’atleta, così sarà contento il professor Sepulcri, che non chiede tanti palloni in attacco ma che sa andare a prenderseli. Presumo che giocherà come “5”».

L’arma in più di Cividale?

«Avere meno da perdere. Sono andati oltre le più rosee aspettative, sono stati la sorpresa del campionato. Il problema, semmai, sarà riconfermarsi. La loro forza è stata quella di creare dal nulla una piazza nuova, con un tifo giovane e fresco».

I loro uomini chiave?

«Rota e Redivo».

Micalich ha detto che Redivo è un piccolo Larry Wright.

«Ho marcato Larry per due anni cinque giorni a settimana. Nessuno aveva la sua velocità nel fare il campo palleggiando e arrestandosi nello spazio di un francobollo e tirare in sospensione. Sono due cose diverse, come non è il caso di paragonare Briscoe a Charlie Smith».

Udine il 5 marzo vinse il derby di ritorno con soli sette giocatori nel roster.

«A volte il segreto è quello. Meglio sette giocatori motivati e con un buon minutaggio che dieci che giocano meno».

Questo può essere un problema dell’Apu?

«No, perché Finetti ha dimostrato di saper ruotare gli uomini facendo sentire tutti importanti. Alle volte anche Briscoe e Gentile sono rimasti seduti in panchina a lungo».

Da lunedì gli esclusi saranno addirittura tre.

«Contro Cividale non rinuncerei a Nobile. Lui ha una mission: occuparsi in difesa di Rota e Redivo».

Il cervello di Udine è Monaldi.

«Contro l’Urania ha fatto un passaggio schiacciato dietro la schiena per mandare a canestro Gaspardo. L’avevo visto fare solo da Vincenzino Esposito, uno che aveva mani da violoncellista».

Due parole su Gentile?

«Si sta dimostrando un uomo squadra. Nessuno in questo campionato passa la palla come lui, di questa sua qualità ne gioverà Terry».

Bettarini, i ricordi dei suoi derby?

«Contro Gorizia e Trieste. I miei dirimpettai erano Ardessi e Ritossa. Prima di un derby gli allenatori non hanno bisogno di parlare, le motivazioni vengono da sole».

Vince Udine, pare di capire dalle sue parole...

«È nettamente favorita. Pensate al quintetto: Monaldi, Briscoe, Gentile, Gaspardo e Terry: è più forte di Verona e Trieste, in A si salverebbe». —

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto