Beppe Dossena avverte l’Udinese: «Farà bene a rimettersi subito in discussione, troppi errori tecnici»

L’ex giocatore e allenatore, ora opinionista della Rai: «Purtroppo sto notando una squadra sempre più nervosa e confusa»

Stefano Martorano
Beppe Dossena e, a destra, Christian Kabasele: il bianconero compirà 33 anni a febbraio
Beppe Dossena e, a destra, Christian Kabasele: il bianconero compirà 33 anni a febbraio

UDINE. «L’Udinese farà bene a mettersi subito in discussione per un semplice motivo: i troppi errori tecnici e di gestione a cui stiamo assistendo non sono da Udinese. Altrimenti sarà sempre più difficile uscire da questa situazione». È Beppe Dossena a usare la lente d’ingrandimento per addentrarsi tra le problematiche di una squadra e di una società che nel suo passato da giocatore ha avuto modo di conoscere, e che continua a seguire nel suo ruolo di commentatore tecnico per la Rai.

Dossena, all’Udinese è sfuggita l’ennesima vittoria casalinga che l’avrebbe proiettata con ben altro spirito a Torino.

«Purtroppo sto notando una squadra nervosa e confusa. Nel calcio ci sta di pareggiare più volte delle partite già vinte, ma non può passare il messaggio che sia solo una coincidenza. L’annata sta diventando incomprensibile per il tipo di errori che non sono da Udinese, ovvero da una società che ha fatto dello scouting la sua fortuna».

In prospettiva Toro, i rigori commessi col Sassuolo devono far riflettere?

«L’Udinese ha sempre ammortizzato gli errori dei suoi giovani, come Ebosele, ma quando a sbagliare sono giocatori navigati come Kabasele, allora sono davvero guai. Detto questo, se poi subentra anche la paura in seno al gruppo, allora bisogna tirare una linea e rimettere tutto in discussione, dal lavoro fatto dal project manager all’allenatore, perché se le caratteristiche di gestione che erano dell’Udinese sono andate perdute, allora bisogna ricrearle».

Ha parlato anche di gestione. Il riferimento è alle scelte del tecnico Cioffi?

«Penso a Mourinho che a Bologna ha tolto Renato Sanches dopo 19 minuti, intervenendo subito come si fa nel basket quando il giocatore non in forma viene spesso tolto ai primi errori. Nel calcio è diverso, ma se uno sbaglia tre volte di fila, o tre partite di fila, non c’è niente di male metterlo a sedere per capire cosa non va. Non sono bocciature, ma interventi mirati al bene della squadra e anche del singolo stesso. Bisogna avere il coraggio di queste scelte e la lealtà di confrontarsi con tutte le componenti».

Dossena, che Toro troverà l’Udinese?

«Una squadra che ha trovato in Zapata l’attaccante che ne ha ridefinito i contorni completando le prestazioni di squadra. Prima il Toro faceva fatica e cercava di mascherarne le difficoltà offensive con Sanabria, ma adesso c’è uno spessore diverso. Il Toro poi gioca con la solita velocità e il pressing che vuole Juric. E c’è fiducia. Per tutte queste componenti l’Udinese dovrà stare molto attenta, anche se poi però sappiamo bene che nel calcio non è detto che vinca chi gioca meglio».

Guardando alle virtù bianconere troviamo i gol e l’ascesa di Lorenzo Lucca.

«Che sembrava un astro nascente prima di fermarsi. Adesso si sta riprendendo e spero per lui che continui così, mantenendo l’idea che nel calcio non si arriva mai. Dev’essere come quando si comincia a giocare, sospinti dalla passione e senza sapere dove si arriverà. Il professionista deve mantenere lo spirito e la voglia di vincere e di migliorarsi».

In fondo alla classifica cosa si prospetta?

«Al momento qualcuno sembra fuori dalla mischia, e il Sassuolo non dovrebbe trovarsi lì, ma ne uscirà chi sarà più bravo a gestire le situazioni delicate».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto