Benevelli pellegrino: Il basket insegna la vacanza alternativa

La nuova ala della Gsa ha completato il cammino di Santiago de Compostela. «Esperienza meravigliosa e anche un discreto allenamento»

UDINE. Ancora una settimana di vacanza e poi si ricomincia a lavorare sodo in casa Gsa Apu Udine. Sono gli ultimi giorni da sfruttare per migliorare la propria abbronzatura, refrigerarsi al mare e magari concedersi qualche strappo alla regola a tavola. Occhio però a non cadere nel tranello di considerare i giocatori professionisti di pallacanestro alla stregua dei calciatori famosi.

Se per gli assi del pallone le mete più gettonate sono le isole, con Formentera e Ibiza di gran lunga in testa negli indici di gradimento e gli immancabili scatti da postare sui social a beneficio dei tifosi-follower, per chi gioca a basket di professione la scelta sembra essere decisamente più varia e sfugge a qualsiasi stereotipo.

A ognuno la propria vacanza, a ognuno la propria storia. Una interessante da raccontare è quella di Andrea Benevelli, uno dei volti nuovi della Gsa Udine. La 32enne ala grande marchigiana, dopo aver salutato compagni e staff dell’Aurora Jesi, società in cui ha militato lo scorso anno, e aver firmato per l’Apu, ha scelto di vivere in modo alternativo le proprie vacanze.

Insieme alla propria fidanzata Sara, ha riempito lo zaino con lo stretto necessario e si è messo in marcia per compiere il cammino di Santiago de Compostela. Niente selfie frenetici e nessuna concessione alla vita mondana: un pellegrinaggio, del resto, è un’esperienza poco esteriore e molto interiore, qualcosa che ti arricchisce dentro.

Una di quelle storie destinate a rimanere per sempre nella memoria, a differenza delle “Instagram Stories” (storielle raccontate per immagini che dopo 24 ore spariscono dal social) tanto di moda quest’estate fra i vip. È lo stesso Andrea Benevelli a raccontarci sensazioni e particolari del suo cammino.

«È stata una bellissima esperienza. Abbiamo scelto il cammino primitivo (che parte da Oviedo e arriva a Santiago dopo 334 km tra le montagne di Asturie e Galizia) perché era l’unico che si poteva completare in due settimane ed è stata un po’ come una sfida per me da portare a termine, oltre che un viaggio alternativo».

Un particolare, non proprio secondario per un atleta professionista, è che un pellegrinaggio simile è utile anche per tenere i muscoli delle gambe ben allenati. «Infatti è anche stato un discreto allenamento – ha detto Benevelli - visti i continui sali e scendi. Ammetto che non è stato facile portarlo a termine, perché un percorso simile ti impone ritmi e abitudini a cui non si è abituati e non è una vacanza fisicamente rilassante, però ti permette di conoscere persone e storie da tutto il mondo oltre a mettere alla prova te stesso e il modo in cui ti relazioni con gli altri. In conclusione posso dire che si tratta di un’esperienza che consiglio a chi ha voglia di mettersi in gioco».

Concluso un cammino, dal 16 agosto per Andrea Benevelli, figlio d’arte, ne inizia uno tutto nuovo con i colori bianconeri della Gsa Udine.

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