Basket A2, coach Pillastrini racconta: «La Gesteco è rinata così»

Dopo il derby show l’allenatore fa il punto sulla squadra. «Ora siamo più dinamici. La strasferta di Bologna? Noi ci crediamo»

Simone Narduzzi
Stefano Pillastrini, 62 anni, quarta stagione a Cividale
Stefano Pillastrini, 62 anni, quarta stagione a Cividale

CIVIDALE. Si era detto il primo responsabile del periodaccio chiuso, dalla sua UEB, con la vittoria su Forlì, preludio al bis di successi ottenuti su Rimini e Trieste.

In egual modo, quindi, è allo stesso coach Stefano Pillastrini che va imputata una trasformazione grazie a cui le sue Eagles sono riuscite a svoltare, sul piano del gioco e, soprattutto, dei risultati.

Vola, così, la Gesteco: con tre successi di fila a spingerla, plana verso Bologna, dove domenica affronterà la Fortitudo, passato sempre presente nel cuore del “Pilla”.

Coach, com’è riuscito a cambiare la squadra?

«Intanto va detto che avevamo fatto delle scelte che presupponevano dei miglioramenti. Non avevamo optato per giocatori con un chilometraggio e un’esperienza tali da poterci far dire “contiamo su quello che sono”.

Contavamo invece su quello che sarebbero potuti diventare. Ed è ovvio che il tempo, da questo punto di vista, giocava dalla nostra sul piano dei miglioramenti individuali».

“Solo” questa la chiave della vostra svolta?

«Il cambiamento grosso credo sia stato quello di ricercare una situazione molto più dinamica. Per esempio, avevamo pensato che giocare con un pivot più classico potesse darci una dimensione superiore.

Da questo punto di vista abbiamo cambiato qualcosa inserendo in quintetto base Miani. Berti si è adeguato benissimo a questa situazione in cui c’è meno ricerca di un giocatore interno ma più ricerca del movimento. E partendo dalla panchina riesce a dare di più».

C’è poi la scelta di non partire con Rota in quintetto.

«Sì, abbiamo notato che partendo con Redivo come unico piccolo in quintetto e abbassando il quintetto a gara in corso i nostri avversari attaccano meno i mismatch».

Sull’apporto dei singoli, qualche elemento da segnalare?

«Sono convinto che la forza di una squadra si veda quando questa gioca male. Questo vale anche per i giocatori: tutti stanno riuscendo a dare un apporto importante, anche quando non fanno cose evidenti, giocano poco o non riescono a dare il meglio. Questa è una grandissima forza».

Domenica andrete a Bologna per vincere?

«Sarebbe un’impresa, ma le motivazioni non mancano. Parliamo di una partita, comunque, che ha sempre una dimensione particolare, per me, per tutti».

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