«Avrebbero dovuto sfidarsi per rispetto verso le società»

UDINE. È stato presidente del comitato regionale Figc per 12 anni, dal 1992 al 2004, e ora ricopre l’incarico di presidente onorario del massimo organismo dirigenziale del calcio in Friuli Venezia...
Monfalcone 21-11-2004 Grado Congresso calcio Foto Meta
Monfalcone 21-11-2004 Grado Congresso calcio Foto Meta

UDINE. È stato presidente del comitato regionale Figc per 12 anni, dal 1992 al 2004, e ora ricopre l’incarico di presidente onorario del massimo organismo dirigenziale del calcio in Friuli Venezia Giulia. Nessuno meglio di Mario Martini, per oltre mezzo secolo colonna portante del “balon” nostrano, conosce le dinamiche che stanno dietro a una elezione per la presidenza regionale, e pur avendone viste di cotte e di crude è costernato di fronte alla frantumazione che rischia di portare a un commissariamento del comitato.

Presidente, cosa sta succedendo?

«Siamo davanti a una situazione paradossale, nella quale si è perso di vista l’obiettivo principale che resta sempre quello di mettersi al servizio delle società. Si dovesse davvero arrivare un commissario sarebbe una vera vergogna».

Già, ma come se ne esce?

«La soluzione logica è che entrambi i contendenti rivedano le proprie convinzioni e accettino lealmente di candidarsi l’uno contro l’altro. La parola decisiva deve essere quella delle società, che sceglieranno il presidente che riterranno più opportuno confrontando i programmi. L’assenza di candidati sarebbe una sconfitta per tutto il direttivo uscente, dimostratosi così incapace di dare continuità al lavoro impostato. Non andrebbe però bene nemmeno un solo candidato, perché la mancanza di un confronto tra idee alimenterebbe i retropensieri».

Scusi Martini, ma non è stato lei l’ultimo presidente eletto, tra l’altro per due volte (nel 1996 e nel 2000, senza alcun candidato alternativo?

«È vero, ma al tempo vigevano altre regole e chiunque poteva candidarsi anche il giorno stesso dell’assemblea senza la necessità di presentazione delle firme 8 giorni prima dell’elezione come oggi».

Qualcuno dei candidati di cui si è parlato finora le ha chiesto qualche consiglio?

«Solo Toffoletto, cui ho suggerito di candidarsi ancora in Friuli perché il tempo per un suo trasferimento a Roma non era ancora maturo. Tra l’altro le opportunità che gli venivano proposte a livello federale e di Lega non erano poi così gratificanti».

La sua opinione sulla scelta di Zorat di farsi da parte ben prima che scoppiasse questa bagarre?

«Mi risulta che avesse un buon seguito di società, anche se certi numeri vanno presi con le molle da tutti, per cui ha fatto male. La sua discesa in campo sarebbe comunque andata nella direzione di offrire una opportunità di scelta alle società e di far dire loro l’ultima parla su chi ritengono più adeguato a rappresentarle. Come è giusto che sia». (c.r.)

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