Apu, tra le difficoltà la difesa resta una certezza
Nel momento difficile la retroguardia regge, ok anche rimbalzi e stoppate. Il guaio è l’attacco troppo dipendente dalle triple

Apu, la parola alla difesa. È da qui che riparte la squadra bianconera per cercare d’invertire il trend negativo di risultati, in attesa che vengano trovati gli equilibri in fase offensiva.
Cifre da play-off
Se da un lato c’è da registrare che in troppe occasioni c’è stato un avversario ben oltre le proprie medie (Edwards, Ivanovic, Toscano-Anderson, Wiltjer, Sneed), dall’altro è giusto sottolineare che la neopromossa Udine sta viaggiando a 80,7 punti subiti di media nei 40’ regolamentari (83,6 calcolando anche gli overtime). Finora hanno fatto meglio soltanto Milano, Bologna e Brescia, ovvero l’aristocrazia del basket italiano. Si tratta quindi di cifre da play-off, mentre le dirette concorrenti per la salvezza sono vicine ai 90 punti subiti a partita.
Non si tratta dell’unica statistica lusinghiera dell’Apu 2025/2026, che si trova al comando della graduatoria relativa ai rimbalzi con 39,2 di media nei 40’, a pari merito con la Reyer Venezia. Diventano 40,6 contando anche gli overtime, con le dirette rivali in classifica attorno ai 35 rimbalzi di media. A proposito di difesa, un altro dato statistico interessante è la graduatoria individuale delle stoppate. Skylar Spencer, di cui in estate sono state sottolineate le doti da intimidatore d’area, è al primo posto nonostante abbia giocato in media soltanto 21 minuti a partita: per lui 12 stoppate complessive, 1,7 a partita.
L’attacco stenta
La maggior parte dei problemi si registrano in fase offensiva, e le cifre sono eloquenti. Udine è ultima per punti realizzati nei 40’ regolamentari, avendone messi a segno in media 78,3. Che diventano 81,1 calcolando i supplementari. Dimenticate la serie A2 e gli 84 punti di media dell’anno scorso, che incoronarono l’Apu come miglior attacco del torneo: attualmente in serie A ci sono ben 11 squadre su 16 che viaggiano a oltre 85 punti di media a partita.
Le difficoltà principali dei bianconeri sono vicino a canestro. Gli uomini di Vertemati, infatti, sono ultimi anche come percentuale al tiro da due punti, con il 46,6%. Tutte le altre sono sopra il 50%, a eccezione di Sassari che finora si è assestata sul 47,8%.
A complicare le cose c’è anche la graduatoria dei tiri liberi, che può sembrare banale ma non lo è, soprattutto per una squadra come Udine che ha giocato quasi tutte le sue gare punto a punto. Old Wild West ultima anche in questa graduatoria con un modesto 68%. Dalla lunetta si tira male, ma si tira anche poco: 128 i tiri liberi conquistati in stagione, peggio hanno fatto solo Cremona e Varese. Anthony Hickey, il miglior realizzatore della squadra, ha tirato appena due liberi in campionato, sbagliandoli entrambi nel momento chiave del match contro la Reyer. Anche questa statistica fotografa il momento.
È l’effetto collaterale del gioco perimetrale su cui l’Apu costruisce le sue fortune, e accadeva anche in serie A2. Anche in questo caso le cifre parlano chiaro, Udine è la squadra che tira di più da oltre l’arco (230 in totale, 32,9 a partita), ma è solo dodicesima con il 33,5%. L’anno scorso si tirava col 37%, solo Rimini era più precisa col 39%.
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