Soffre e lotta, l’Apu sbanca Varese: finisce 59-66

Gli uomini di Vertemati giocano una partita solida, meritando il successo. Una partita solida e giocata senza due americani, Brewton e Dawkins, uno dei quali lascerà il posto al nuovo arrivo Christon, di cui manca solo la firma

Antonio Simeoli
Hickey e Bendzius (foto d'archivio)
Hickey e Bendzius (foto d'archivio)

Antonio Simeoli

/ INVIATO A VARESE

Lotta, domina, soffre, riparte nella sua strada verso la salvezza l’Apu Old Wild West che sbanca Varese con una partita solida e giocata senza due americani, Brewton e Dawkins, uno dei quali lascerà il posto al nuovo arrivo Christon di cui manca solo la firma. Soffre, trema, perché a 33” dalla fine Varese era risalita fino a meno 7. Ma merita. La meritano la vittoria innanzi tutto i reduci della cavalcata in serie A, gli artefici del successo. Finisce 66-59. Ora due settimane di sosta per la Nazionale, maquillage in vista. Urgente.

L’inizio di Udine per gioco e difesa è ottimo. Varese, senza Alviti influenzato, si affida a Nkamhoua sotto canestro. Difesa e tiro da fuori è il solito diktat di coach Vertemati, che sul gozzo qui ha ancora l’esonero di tre anni fa. Alibegovic ne è l’emblema, entra lui al posto di Brewton, tira tutto quel che passa e quando esce entra Ikangi. Come dire, il ragazzo ha le valigie in mano. Non far accendere lo spauracchio Iroegbu (su di lui ovviamente Ikangi, alla fine solo 12 punti) è il mantra dell’Apu, se corrono i biancorossi è dura. Tenere sotto controllo la temperatura del caldo palazzo è un altro obiettivo. Perché il primo quarto da 21-17 per Udine dimostra che in difesa Varese è poca cosa. Sennò non avrebbe vinto solo una partita in più. “Udine-Varese” canta il pubblico all’unisono. Sul parquet le squadre si giocano molto e gli errori sono tanti. Brewton? Entra, combina poco, esce. Dawkins entra, non fa nulla, esce. Per sostituirli con Christon basterà tirare la monetina, peggio non potrà fare. Non come gli altri che entrano dalla panchina, da Calzavara a Da Ros, da Mekowulu a Ikangi, che piazza la tripla del 27-17 in avvio di quarto. L’Apu difende. Forte. “Vi vogliamo così”, canta la cinquantina di tifosi. Varese è incartata, coach Kastritis le prova tutte, il tiro non va (1 su 13 dopo 20’). Hickey è in serata, Bendzius solido, Calzavara in versione derby, gli altri in scia. Ma una neopromossa da neanche 5 milioni di budget all’intervallo lascia sotto l’albero di Varese, prendendosi per tempo, Brewton e Dawkins, due americani in regalo. A una squadra che dei 10 scudetti in bacheca ha solo il (vetusto) palazzo e va all’intervallo (fischiata dai suoi) sotto 27-39. Potevano essere di più. Gli otto dell’Apu sono in doppia cifra, concedono solo 9 punti alla coppia Iroegbu-Nkamohu. Un capolavoro se non fosse per quella zavorrona a stelle e strisce.

Sensazione, reggi l’urto e la porti a casa. Avrebbe bisogno di essere presa per mano l’Apu da uno di quei due, come avviene in tutte le altre squadre, invece deve affidarsi ai reduci, a Calzavara a Bendzius, a Spencer. Per intenderci, le due triple che deve provare Ikangi per schema le dovrebbero prendere Dawkins o Brewton. Udine non segna, Varese riesce a fare peggio. Fischiatissima. Incredibile. Da Ros a metà quarto in contropiede regala il +15: 29-43. L’Apu difende, Mekowulu e Spencer sotto sono solidi. Entra Brewton, non difende e nemmeno i liberi segna. Dawkins è disperso in panchina. Con Hickey, Alibegovic, Da Ros e Ikangi un poker che s’è sudato la massima serie, Udine va all’intervallo avanti 36-52. Varese tira due su 23 da tre.

Adesso servono solidità e cinismo in un palasport sconcertato. Una veloce di uno Spencer formato ex e una tripla di Tony fanno capire che la strada è tracciata. Finita? Quasi. Udine, stanchissima, perde colpi e Varese un minimo ci crede. Risale fino al 44-55 a 6’ dalla fine. Vertemati vuole parlarci su. L’onda di Masnago risale pericolosamente. Servono due-tre attacchi ben fatto e altrettante difese insomma. È un attimo a rimettere tutto in piedi. L’Apu in effetti si pianta, strantuffa, fa fatica. Ma lotta. I due pivot danno l’anima nella tonnara sotto canestro. Hickey tiene le mani salde sul manubrio e gli Dei del basket non possono non premiare una squadra che ha giocato in 8, senza due americani, con un Mekowulu che chiude i conti col canestro del +16 (46-62) a 3’30” dalla fine. Varese ha un sussulto, sbaglia la tripla del meno 5, poi arriva a meno 7, ma se tiri 3 su 30 da tre non puoi vincere dai.

Che rivincita per Vertemati (anche se non lo dirà mai), che va in Nazionale a fare l’assistente di coach Banchi con una convinzione: ha per le mani una squadra forte. Che con due americani veri, uno è in arrivo, si salverebbe senza problemi. Il presidente Alessandro Pedone, ebbro di gioia, sa bene cosa fare. 


OPENJOBMETIS VARESE – OLD WILD WEST UDINE  59 – 66

17-21, 27-39, 36-52

 

OPENJOBMETIS VARESE Moore 10, Assui 5, Nkamhoua 12, Iroegbu 12, Librizzi 3, Renfro 4, Moody 4, Freeman 9. Non entrati Villa, Bergamin, Ladurner e Tornese. Coach Kastritis.

APU OLD WILD WEST Alibegovic 9, Spencer 4, Hickey 16, Mekowulu 4, Da Ros 6, Bendzius 13, Brewton 3, Dawkins, Calzavara 5, Ikangi 6. Non entrati Pavan e Mizerniuk. Coach Vertemati.

Arbitri Baldini di Firenze, Paglialunga di Taranto e Galasso di Siena.

Note Varese: 20/42 al tiro da due punti, 3/30 da tre e 10/16 ai liberi. Apu: 18/40 al tiro da due punti, 6/31 da tre e 12/16 ai liberi. Usciti per 5 falli Librizzi e Mekowulu.

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